top of page
Cerca

Per aspera ad astra - libri

di Francesco di Giuseppe


Sono giorni strani, è vero. Giorni di apatia, sconforto, confusione, giorni in cui connettersi ad un qualsiasi social si traduce in uno slalom difficilissimo tra fake news, notizie allarmanti, contraddittorie, inviti alla prudenza, inviti all’unità, inviti a stare a casa. Basta! Invitiamoci, invece, a prendere del tempo per noi. Per far si che questa emergenza diventi tempo utile per migliorare, per crescere, per fortificarsi e anche per buttare lo sguardo oltre la finestra della nostra stanza di cui siamo, temporaneamente, prigionieri. Da qui l’idea di condividere e consigliare qualche lettura, film e musica per superare, al meglio, questo periodo. Oggi iniziamo dalla lettura! Uno sguardo veloce alla mia libreria e alla scrivania stracolma di libri, facendo una fatica incredibile nella selezione ne prendo “solo” dieci! Partiamo da  un romanzo in bianco e nero “Wembley in una stanza” di Fabrizio Ghilardi: quando Tutto il calcio minuto per minuto trasmetteva le partite alla radio,  quando c’erano Chinaglia, Bettega, Prati, Riva, Rivera, Pulici e Novantesimo Minuto mandava in onda le immagini salienti degli incontri che si giocavano alla domenica un libro non solo per calciofili e nostalgici degli anni ’70 - ’80. Se volete perdervi sulle sconfinate e polverose strade della Route66, salite a bordo di una cadillac  con Jack Kerouac“On the road”, il romanzo dalla “prosa spontanea” simbolo della Beat Generation degli anni ’50 e ’60. I più arguti esponenti dell’intellighenzia culturale del marxismo italiano non accolsero bene Sulla strada, vedevano in Kerouac il profeta di un pensiero individualista ed antisociale, poco incline alla lotta di classe emancipatrice, pagine dove riecheggia il fascino del viaggio, vero archetipo della civiltà europea ed occidentale. Oppure se preferite fuggire nei boschi e ascoltare l’urlo primordiale della nostra essenza vi consiglio tre “compagni” di viaggio perfetti: Jack London, Ernst Junger, Henry David Thoreau. Il “Walden – vita nei boschi” di Thoreau è stato scritto in due anni, dal 1845 al 1847, durante un suo volontario soggiorno in una capanna lungo il fiume Walden presente a Concord, nel Massachusetts. Motivo alla base di questa sua “fuga” è la voglia di ritrovare se stesso e “per capire quali sono le reali necessità della nostra esistenza”. Thoreau non si adagia nella mentalità e nell’ideologia statunitense di metà Ottocento, che elogiava il mercato e il guadagno come bene più importante da perseguire, anche a scapito dei rapporti umani e soprattutto del rapporto con il proprio “io” primordiale. Spostandoci in avanti di mezzo secolo, precisamente al 1904, entriamo nella testa di Buck, cane dalle incredibili capacità e con una coscienza quasi umana, capace di comprendere il bene ed il male e di saper analizzare attentamente ogni situazione che sentirà sempre più forte il richiamo ancestrale verso il selvaggio, protagonista de “Il richiamo della foresta” di Jack London. Lo scrittore statunitense prende spunto da una sua esperienza personale come Thoreau, ovvero la caccia all’oro che caratterizzò ben trent’anni tra fine Ottocento ed inizio Novecento. “Il trattato del ribelle” di Ernst Junger è invece essenziale, un must read per tutti i lettori di maGNete, uno schiaffo al pensiero unico dominante di oggi, una doccia gelata per i Gretini o i rivoluzionari da maglietta col faccione stampato. Ernst Jünger, scrollandosi di dosso i vermi di ogni appiattimento volgarmente politico, mette sotto accusa lo strisciante totalitarismo moderno elaborando una forma di resistenza assoluta che, nelle intenzioni del suo “inattuale” ideatore, ha il pregio di non degenerare né nell’utopismo progressista né nel sentimentalismo romantico o nell’attivismo fine a se stesso perché il vero ribelle non parlerà al parlamento europeo, non sarà invitato dai “potenti” o dal Papa. Non vuoi la solita trama? Allora devi leggere “il lupo e la luna” di Pietrangelo Buttafuoco. E' una storia in forma di 'cuntu', l'antica forma di narrazione  orale della Sicilia, e narra le vicissitudini e le peregrinazioni del messinese Scipione il Cicalazadè. Una storia che ha insieme il fascino di un Mediterraneo favoloso, la forza poetica delle narrazioni rinascimentali e l'aura di un'epopea popolare in cui Oriente e Occidente si misurano in una guerra di idee, amore e rinascita lo stile arabesco di Buttafuoco ti coinvolgerà come non mai.  Verrai catapultato con lui dentro un museo, a braccetto con lo scheletro di un giannizzero, mentre parla con il diavolo guardando il mare di Sicilia e ti addormenterai con lo sciabordio delle sue onde. Da Sud a Nord, con Mauro Corona e “La fine del mondo storto” un libro che si addice al momento: un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti il petrolio, il carbone e l'energia elettrica. È pieno inverno, soffia un vento ghiacciato e i denti aguzzi del freddo mordono alle caviglie. Gli uomini si guardano l'un l'altro, hanno occhi smarriti e il terrore stringe i loro cuori. E ora come faranno? La risposta sarà facendo un passo indietro, per trovare la voce più pura e poetica della natura imperiosa, e balzando in avanti con la forza di un'immaginazione visionaria e insieme intensamente realistica, un romanzo scorrevole e puro che illumina il passato e il buon esempio degli avi. Attratto dal viaggio a passo lento? Aggregati anche tu agli psicoatleti e ad Enrico Brizzi con “Il sogno del drago”. Camminare è un modo di respirare e di conoscere, un ritmo con cui si sceglie di vivere, una trasformazione costante. È una via per incontrare gli altri superando confini e inibizioni. Per Brizzi, che tutti abbiamo conosciuto da adolescenti per il libro cult “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, il cammino è una danza, una preghiera, una musica senza parole che segue il respiro antico del mondo, libera la mente dall’inessenziale e vince il drago che si nasconde in ognuno di noi. Con lo zaino carico di curiosità, di pazienza, di libertà, si pone sempre nuovi obiettivi, unico rimedio alla nostalgia che si prova quando si arriva alla meta o si torna a casa. Dal drago, ai dragoni della mitologia giapponese dove ci spostiamo al fianco di Mario Vattani con “Doromizu” che  in giapponese significa Acqua torbida, ed è anche il termine con il quale i nipponici si riferiscono al mercato del sesso. Un romanzo noir  in cui la trama scorre via fluidamente e Tokyo è raccontata da una prospettiva nuova da un autore che la conosce anche nei suoi risvolti più tenebrosi e profondi. Uno dei libri più assurdi letti nell’ultimo periodo è sicuramente “On the brinks” che merita una lettura solo per la meravigliosa copertina,  racconta in prima persona le due vite dell’autore Sam Millar, dall’attivismo nell’Ira alla partecipazione a una delle più famose rapine della storia americana: una storia avvincente e adrenalinica che se fosse fiction, sarebbe un thriller eccellente: ma è una storia vera, sostenuta da una scrittura formidabile. No, dieci non bastano. Utilizzo il bonus per altri due (ma in realtà vi consiglio di leggere tutte le pubblicazioni di questi autori) libri, onirici e visionari. Il primo “L’uccello che girava le viti del Mondo” di Murakami Haruki. Un’opera splendida sullo smarrimento esistenziale. Non un romanzo da citazione, ma un’indagine introspettiva meticolosa che, nonostante i tratti della storia specifica, riguarda l’umanità nella sua interezza. Si tratta di un’esperienza di viaggio letterario prettamente individuale, da gustare in solitudine totale e con predisposizione all’ascolto. La delicata e profonda scrittura di Murakami vi sommergerà totalmente. Il secondo e ultimo bonus: “Le Particelle elementari” di Michel Houellebecq, pseudonimo di Michel Thomas,  un gran romanzo senza dubbio la sua pietra miliare. Importante, suggestivo, imponente, un  vero e proprio monumento alla storia dell’uomo, un romanzo consacrato a questo secolo, alla sua evoluzione storica, sociale, scientifica e al suo principale protagonista, l’uomo, che ha saputo sì andare oltre molti dei suoi limiti terreni, ma che ha in questo modo firmato e sottoscritto la sua stessa fine come specie, oramai arretrata, inservibile e infelice.


Quindi, dopo aver letto questo articolo spegnete lo smartphone e accendete il cervello.


Buona lettura.


234 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page