di Giuseppe Blasi
In molti trascurano il fatto che il 2024 rappresenti l'anno elettorale più importante del nuovo millennio, visti anche gli scenari di crisi aperti sullo scacchiere internazionale; oltre 2 miliardi di persone saranno chiamate alle urne e tre saranno i continenti interessati: Europa, America Settentrionale e Asia.
Taiwan ha aperto la stagione elettorale, con la riconferma di Lai Ching-te del Partito Progressista Democratico, candidato indipendentista; ciò naturalmente comporta la riconferma dell'assenza dei rapporti con la Cina, se non di completa ostilità; ma cosa avrebbe comportato la vittoria di Hou Yu-ih, candidato di centrodestra e favorevole all'apertura nei confronti della Cina?
Certamente avrebbe portato scompiglio all'interno dello scacchiere internazionale.
Il prossimo 1° Marzo toccherà all'Iran, oramai al centro della scena in Medio Oriente. Il suo ruolo di assoluto antagonista nel conflitto israelo-palestinese, l'essere un paese segnato dalla completa violazione dei diritti umani (ricordiamo la vicenda Mahasa Amini), ma anche la vicinanza dell'Iran alla Cina e alla Russia e per questo il chiaro appoggio nel conflitto russo-ucraino, ne fanno un crocevia fondamentale per gli anni che verranno.
Cosa accadrebbe se dovesse mai perdere Raisi in favore di Mohammad Baqer Qalibaf, volto conservatori tradizionalisti, più aperturisti verso l'Occidente?
Certamente una riconferma di Raisi o la vittoria di Qalibaf potrebbero portare un effetto completamente opposto: da un lato la riconferma della situazione attuale, dall'altro l'inizio di una partita nuova per il paese e uno scompiglio sullo scacchiere internazionale, portando l'Iran a firmare finalmente l'accordo nucleare del 2015.
Il prossimo 10 Marzo sarà poi la volta del Portogallo, con delle elezioni che avranno anche un certo peso a livello europeo; come ben sappiamo Costa ha deciso di dimettersi dopo lo scandalo di corruttela che l'ha visto travolto e il Partito Socialista è sprofondato nei sondaggi, vedendo favorito il partito social-democratico di Montenegro e la possibilità per il Chega di Ventura di andare al governo insieme ai social-democratici.
Non è infatti da sottovalutare l'entrata della destra sovranista Chega nell'esecutivo e la conseguente vittoria di Montenegro, guardando con un occhio particolare le elezioni europee e la nuova composizione della Commissione Europea.
Il 17 Marzo verrà messo in "discussione" il mandato di Vladimir Putin; sarà la Russia pertanto dopo il Portogallo ad andare alle urne. Per la prima volta voteranno per le nuove elezioni Presidenziali le dichiarate province annesse di Donetsk, Luhansk, Zaporizhia e Kherson; non vi sono importanti oppositori all'attuale Presidente della Federazione Russa, se non la giornalista Yekaterina Duntsova.
Naturalmente in Russia non pare si stia giocando una partita aperta e contendibile, possiamo quindi dare per assodato che le nuove elezioni non porteranno alcuno scossone a livello geopolitico, pur sapendo che se ci fosse un risultato diverso da quello che si da per certo, si vedrebbero messe in gioco questioni rilevantissime come la Guerra in Ucraina e i BRICS.
Tra aprile e maggio si terranno poi le elezioni in India e oltre 900 milioni di elettori saranno chiamati alle urne, per quella che è, almeno per dimensioni, la più grande democrazia al mondo.
Il Presidente Modi, a capo del suo BJP, gode di un ottimo, se non eccellente, indice di gradimento, vista la sua politica interna incentrata su sviluppo di tecnologie e investimenti in ambito militare e sociale.
Prima o poi un paese come l'India avrebbe dovuto reclamare il suo posto all'interno dello scacchiere geopolitico e quel momento pare arrivato, un paese in via di sviluppo che ha visto nei BRICS probabilmente il migliore alleato possibile. Certo è, però, che l'India di Modi non ignora affatto l'Occidente e va sottolineato, al tal proposito, l'ottimo lavoro svolto dal Presidente Meloni nel cucire nuovi rapporti con l'India, dopo 75 anni di lontananza italica.
Ventotto sono i partiti all'opposizione di Modi, tutti uniti in un'unica alleanza chiamata "India" (Indian National Developmental Inclusive Alliance), una coalizione che mette insieme partiti di qualsiasi tipo, con l'unico obiettivo comune di mandare a casa Modi.
Converrebbe all'India cambiare Presidente in questo momento di ascesa, sostituendolo con un candidato unitario che rappresenta 28 partiti che faticano a trovare una posizione comune?
Ma, se dovesse accadere, lo scacchiere internazionale verrebbe scosso oppure condannerebbe solo l'India ad una ritirata scomposta dal sistema politico internazionale?
Ancora da stabilire, invece, la data delle elezioni in UK, che vedrebbe al 17 dicembre 2024 la scadenza naturale della Camera dei Comuni. Mai come adesso il Regno Unito è stato vicino all'Italia: il protagonismo di Meloni all'interno dello scacchiere europeo ha avvicinato il nuovo Premier Sunak, che ha ereditato la guida dei Tories inglesi in un momento di grande difficoltà visti gli scandali durante la pandemia e l'incapacità dei vecchi leader di governare, oltre ad aver ereditato il governo del paese in un momento di crisi economico-sociale.
Pare inevitabile la vittoria dei laburisti di Keir Starmer, che ha ereditato un partito in crescita nei sondaggi dopo diversi autogol dei Tories. Spetta a Sunak far dimenticare i disastri di Johnson e Truss e risollevare il partito da una decrescita inflessibile.
Poco chiara la proposta politica dei laburisti, soprattutto in politica estera, linea marcata di Sunak invece sulla guerra in Ucraina e lotta contro l'immigrazione.
Con la vittoria dei laburisti l'Ucraina avrebbe minor supporto? E viste le vicine elezioni Usa in fronte pro-Ucraina potrebbe morire definitivamente?
Elezioni Usa, ultime del 2024 e naturalmente non per importanza.
Elezioni, quelle negli Usa, sulle quali tutto il mondo tiene gli occhi puntati, perché naturalmente riguardano sia prima potenza mondiale che impone a livello internazionale quella che è la sua preminenza sullo scacchiere geopolitico.
Inutile dire che è oggi difficile fare previsioni, perché si devono tenere ancora le primarie del Partito Repubblicano per capire chi sarà lo sfidante di Biden, viste le sentenze di esclusione di Trump dalle primarie repubblicane per i fatti di Capitol Hill nulla può essere previsto, visto anche il ricorso di Trump alla Corte Suprema Federale.
Visti i sondaggi Trump dovrebbe vincere le primarie e anche le presidenziali, ma naturalmente rimangono sondaggi, come la maggior parte dei casi le elezioni si possono giudicare dopo i risultati definitivi; una vittoria di Trump alle Presidenziali del 2024 naturalmente porterebbe ad uno sconvolgimento di alcuni scenari, come ad esempio linea di appoggio a Netanyahu e linea di rilascio del conflitto in Ucraina, meno pressioni sull'Europa con un conseguente indipendentismo.
Con la vittoria di Trump si frenerebbe il progetto BRICS, in espansione Simone durante la presidenza Biden?
Con il ritorno di Trump tornerebbe la linea dura contro la Cina e a favore della Russia?
Lo scacchiere internazionale probabilmente verrebbe ribaltato completamente.
Per ultime, analizziamo le Elezioni europee, le più importanti insieme a quelle americane.
Il voto per le europee è previsto a cavallo tra il 6 4 e il 9 giugno 2024. Queste rappresentano probabilmente, a livello di sistema elettorale, le elezioni più complesse al mondo, la UE ha infatti un sistema tutto suo di assegnazione di seggi nel Parlamento europeo per Nazione: il proporzionale come legge elettorale, le Nazioni europee che propongono il proprio commissario europeo per materia e in base al proprio colore politico, il voto per il Presidente della Commissione Europea che ogni partito propone o vota unitariamente ad altri (maggioranza Ursula).
In Italia, come sappiamo e come ovviamente è anche negli altri paesi, i partiti fanno parte di un gruppo a livello europeo, come:
- FdI/Ecr (Conservatori e Riformisti europei);
- Pd, +E e AV&S/S&D (Socialisti Europei);
- M5S/ ancora nessun gruppo;
- Lega/ID (Identità e Democrazia);
- FI/Epp (Partito Popolare Europeo);
- IV e Az/RE (ReNew macroniani).
In questo stesso ordine sono previsti nei sondaggi i risultati dei partiti in Italia, con Fratelli d'Italia primo partito e Italia Viva con Azione ultimi, se mai dovessero superare la soglia di sbarramento posta al 4%.
Ad oggi in Europa vi è una maggioranza PPE e S&D, socialisti e popolari governano insieme, e sempre secondo i sondaggi una maggioranza in europa PPE + Ecr non sembra raggiungibile, con una coalizione PPE + ECR + ID, non si raggiunge la maggioranza per pochi seggi, non dimentichiamo però la presenza di partiti indipendenti o non iscritti in nessun gruppo europeo, come il partito di Viktor Orbàn.
Riusciranno i popolari a mettere da parte i pregiudizi e a formare una maggioranza con gli "estremisti", così detti, di ID?
Giorgia Meloni, unico leader italiano a presiedere un partito europeo riuscirà a mediare per una coalizione di cdx in Europa?
In molti ci domandiamo quale sarà l'Europa che si prospetta dopo il voto del 6-9 giugno, e in molti sappiamo che non v'è alcuna certezza, c'è solo un sogno che viene da lontano che ci accompagna, un sogno che prima o poi dovrà far parte della realtà o scontrarsi con essa.
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