Carlo Falvella, la fiamma del ricordo non si spegnerà mai
- Redazione
- 7 lug 2021
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di Mattia Vicentini e Michele Vasarin
Ricorre oggi il quarantanovesimo anniversario del brutale omicidio del camerata Carlo Falvella.
Nato nel 1953 a Salerno, Carlo si iscrisse alla facoltà di Filosofia all'Università degli Studi di Salerno, scelta, quella della facoltà, dovuta ai suoi seri problemi di vista: i dottori avevano previsto che entro i trent'anni sarebbe rimasto cieco e così optò per la filosofia in modo da poter continuare a lavorare indifferentemente dal fatto che fosse vedente o meno.
Nel 1972 aderì al FUAN (Fronte Universitario d’Azione Nazionale), movimento universitario legato al MSI, spinto anche dalle idee di sua madre, convintamente missina, diventandone successivamente il vicepresidente provinciale per la federazione di Salerno.
La sera del 7 luglio 1972, Carlo si trovava sul lungomare di Salerno con il suo camerata Giovanni Alfinito, anch’esso iscritto al FUAN.
Quella sera i due ebbero un incontro casuale con due anarchici, Giovanni Marini e Gennaro Scaricati. L'incontro sfociò in un diverbio che però si concluse solamente con uno scambio reciproco di insulti e Alfinito e Falvella continuarono la loro camminata dirigendosi poi verso casa. Non immaginavano cosa stava per accadere.
I giovani del FUAN furono raggiunti dai due anarchici, ai quali si era aggiunto anche un terzo soggetto, Francesco Mastrogiovanni.
Fu quest’ultimo avvicinarsi in maniera minacciosa a Giovanni Alfinito e dando il via ad una discussione violenta.
Marini estrasse un coltello a serramanico e si avventò contro Alfinito, ferendolo in maniera lieve. Non soddisfatto, sferrò alcuni fendenti a Farvella, il quale inizialmente tentò parare i colpi.
Ma la furia anarchica fu tale che Marini decise di accanirsi ferocemente contro Carlo, il quale, inerme, si trovò a terra, in una pozza di sangue, con l’anarchico che continuava a pugnalarlo.
Falvella però con le ultime forze rimaste, riuscì a rialzarsi ed a disarmare l’aggressore.
Oramai martoriato, però si accasciò a terra, pesantemente: era ferito a morte, e il suo assassino si era dato alla fuga.
Carlo fu portato in ospedale, dove morì poco dopo.
Marini venne arrestato in breve tempo e condannato a 9 anni di reclusione, di cui non ne scontò neanche la metà.
Dopo appena 4 anni, infatti, l'assassino di Carlo Falvella uscì di prigione e tornò a fare poltica nelle frange più estrema della sinistra, Appena 4 anni per un brutale omicidio.
Già, perché allora si poteva tranquillamente urlare e scrivere “la resistenza ha insegnato che uccidere i fascisti non è reato”.
Lo scempio però non finí nella sera del brutale omicidio, ma bensì continuò nei giorni successivi con le dichiarazioni e le prese di posizioni dei partiti dell'arco parlamentare.
Questo fu il comunicato rilasciato dalla sezione locale del Pci: "La federazione comunista salernitana esprime il proprio profondo cordoglio per la giovane vita stroncata e lo sdegno e la condanna più netta per il ricorso alla violenza” frase corretta, se non fosse che poi il pci assieme ad altre sigle di sinistra, prima fra tutte il "Soccorso Rosso", si batterono per pagare le spese legali all'assassino e per chiedere che fosse assolto con formula piena.
Ancor più pesanti furono le critiche da parte della sinistra extraparlamentare, l'allora partito socialista sede del troskismo non espresse alcun rammarico, mentre Lotta continua in un comunicato si espresse così: "Le provocazioni fasciste ci sono, e crescono, e il problema concreto urgente che pongono è quello della risposta militante che, cinquant’anni fa come oggi, rappresenta l’unica possibilità per proletari e compagni".
Nonostante la sua cecità, Carlo ha speso i suoi 19 anni combattendo per degli ideali che ancora oggi rimangono vivi in tutti noi.
Per questo motivo, a 49 anni dal suo brutale assassinio, noi abbiamo l’onere e l’onore di portare sempre nei nostri cuori la fiamma del suo ricordo, ed il ricordo di tutti coloro che sono morti per un ideale, che coraggiosamente portavano e portiamo avanti, contro tutto e tutti.

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