Caro David, alla fine, è toccato pure a te.
Alla fine, diciamocelo, una vita professionale condotta sempre dalla “parte giusta” della barricata, dalla quale con facilità hai spesso affibbiato patenti morali ed etichette politiche a tutti coloro fossero distanti dalle tue idee e dalla tua scala di valori (senza mai sottrarti al confronto per carità ma che hanno sempre strizzato l’occhio ad una certa parte politica, che giustamente rivendichi con orgoglio), non è bastata per risparmiarti dall’ultimo grado di giudizio delle “sentinelle della libertà” dei centri sociali. Alla fine, David, anche tu, incredibilmente, sei diventato un “fascista”.
Per la prima volta, con la bava alla bocca, qualcuno ti ha gridato che non sei legittimato a parlare, che non sei il benvenuto, che sei bandito, vietato, da cancellare. Che devi alzare i tacchi e tornare a casa, sennò son guai. Ma ti conosciamo, tu sei una tigre, abituato ai più accesi alterchi e non hai minimante bisogno di sapere quali sono le regole della dialettica politica, di questa sei un maestro. A destare preoccupazione, però, sono le motivazioni che hanno spinto i collettivi a contestarti ieri in Sapienza. Sarà solo perché sei di religione ebraica? Sarà perché difendi Israele dalle atrocità di Hamas pur non sottacendo mai i drammi che vivono i civili palestinesi nella striscia di Gaza. Eppure, ieri ti gridavano sionista e complice dei massacri a Gaza. Mi chiedo e ti chiedo, se questa sia una pericolosa forma più o meno latente di antisemitismo strisciante?
Reo di aver accettato l’invito ad un convegno dei nostri ragazzi di Azione Universitaria, nel calderone della confusione ideologica dei tuoi contestatori c’era la lotta per la parità di genere, di cui tu saresti acerrimo nemico, l’antisionismo, di cui saresti principale emblema e, immancabile, la lotta antifascista a fascismo finito, di cui saresti nuovo nemico per il sol fatto che hai accettato un invito da parte dei ragazzi di destra. Un delirio “trans-antifa-sionista”, per provare a codificare la cosa nel loro linguaggio.
L’estrema sinistra dei centri sociali ha la presunzione di stabilire chi può e chi non può accedere e parlare nei luoghi della democrazia. Stessa sorte è capitata qualche tempo fa al tuo collega Daniele Capezzone. Anche a lui è stato impedito di parlare in un dibattito organizzato dai nostri studenti universitari che, con fatica, alla luce del clima che si respira in Sapienza, stabiliscono i propri spazi di agibilità politica. Per i centri sociali il dialogo è un arnese arrugginito da buttare via, assieme a chi non è allineato alle loro posizioni dogmatiche. Mi chiedo e ti chiedo, David, per quanto tempo in Italia dovremo ascoltare ancora la retorica dei “compagni che sbagliano”? Per quanto ancora ai centri sociali verrà permesso di fare la qualunque con la certezza di restare impuniti?
David, sei stato nostro ospite diverse volte nell’ultimo anno. Prima a Fenix, poi ad Atreju, infine alla Sapienza, e continueremo ad invitarti se ne avrai il piacere, certi che non saranno quattro scappati di casa a spaventarti. In te riconosciamo un giornalista preparato e un leale avversario, spesso lontanissimo dalle nostre posizioni ma con cui confrontarsi è sempre un piacere. Ti chiedo, però, ti è parso mai di vedere tra i giovani di destra, demonizzati da diversi media e infangati dagli opinionisti tivù, le stesse modalità a cui abbiamo assistito ieri in Sapienza? Ti abbiamo mai impedito di parlare, ti abbiamo mai minacciato, abbiamo mai bloccato gli accessi alle sale dei tuoi convegni o di chiunque altro?
Se la tua risposta fosse “no”, e di questo sono certo, mi chiedo come mai nel nostro Paese non ci sia spazio per un racconto alternativo dell’impegno politico tra i giovani. David, da domani sono sicuro che ci darai una mano a fare questo, non perché sei “uno di noi”, ma per la tua immancabile onestà intellettuale e in nome della sacrosanta verità. Un abbraccio, a presto!
Tutti possono parlare , ma non si possono sottrarre a un sovrano biasimo quando difendono uno Stato che da mezzo secolo opprime un altro , ora lo sottopongono a sterminio, la verità va sempre detta a ogni costo.