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Ciao Mikis, abbiamo vinto!

Aggiornamento: 1 mar



Roma, febbraio sta ormai lasciando posto ad un tiepido Marzo, ma davanti al tribunale penale di Roma l’atmosfera è incandescente.


Fuori ragazzi, bastoni, spintoni, manganelli e caroselli di sirene, dentro urla e contestazione sullo svolgimento del processo contro gli assassini del rogo di Primavalle.


Per tre giorni gli opposti schieramenti si contendono la piazza, da una parte i Ragazzi del Fronte della Gioventù, dall’altra il soccorso rosso della sinistra militante, in mezzo la polizia.

Il 28 febbraio l’udienza viene definitivamente rinviata, il presidio dei ragazzi di destra può essere sciolto. I compagni hanno vinto la battaglia legale, i tafferugli però non cedono.

I ragazzi del Fronte decido di alleggerire la piazza dirigendosi verso la sezione di via Ottaviano, ma vengono aggrediti da un corteo non autorizzato della sinistra extraparlamentare: parte il lancio di pietre e bottiglie molotov. I ragazzi corrono verso l’ingresso di via Ottaviano, ma la porta prende fuoco e si rischia di rimanere in trappola, la decisione è univoca: bisogna uscire dall’ingresso secondario di piazza Risorgimento.


All’uscita, però, c’è un commando della morte a bordo di una moto ad attendere i giovani missini. Fuoco, sangue, urla. Per terra rimane un ragazzo poco più che ventenne. Il suo nome è Mikis Mantakas, uno studente di medicina di origine greca venuto in Italia per realizzare il sogno di diventare medico, avvicinatosi al FUAN Caravella perché sognava l’Europa delle Nazioni, contro ogni logica autoritaria.


La logica degli anni di piombo continuava a mietere vittime innocenti.

La logica degli anni di piombo produrrà altri processi, che si esauriranno con un nulla di fatto, senza colpevoli assicurati alla giustizia.

La logica degli anni di piombo genererà il paradosso per cui la mano che spara una volta spara ancora, e cosi i due imputati di questo omicidio, Lojacono e Panieri, si troveranno nuovamente coinvolti nella storia dell’eversismo rosso, con Lojacono rapitore e carnefice nel sequestro Moro.


La logica degli anni piombo finirà ancora un volta ad una difesa estrema del soccorso rosso, che alimentato da qualche giornalaio asservito al sistema teorizzerà la tesi per cui a sparare nella nuca era stato un suo fratello, seguendo la teoria della faida interna, supportata proprio dalla provenienza greca di Mikis e dalla dittatura dei Colonnelli presente sulla penisola ellenica.


La polveriera degli anni di piombo miete ancora un'altra vittima e ancora una volta a cadere è un giovane a destra, ancora una volta i guardiani rossi della rivoluzione difendono con la carta e le mobilitazioni i carnefici.


Oggi a distanza di quarantanove anni, qualcuno a sinistra vorrebbe riportare indietro le lancette della storia, usando ancora una volta giovani idealisti come armi per i propri disegni, proteggendoli poi nei talk show con finti commiati e pianti di coccodrillo, così da generare caos e zone d’ombra nella quale poter operare.


Oggi, però, a distanza di quarantanove anni fa la nostra generazione è pronta a non cadere in tentazione, a non rispondere alla violenza con altra violenza, e non in un'ottica buonista, ma perché il sacrificio di chi è caduto ha come unica consacrazione la caduta della logica degli opposti estremisti, per non essere più vittime di logiche più grandi, ma padroni del nostro destino, sempre pronti al confronto e allo scontro sulle idee ma senza degenerare nello scontro fisico.


Oggi, come da quarantanove anni, noi siamo qui ad urlare il nostro presente che è e sempre sarà il più grande giuramento, mai più violenza politica.


Ciao Mikis, abbiamo vinto!



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