Di Jacopo Tagliati
Ursula comincia il suo discorso e tutti si mettono sull’attenti. Poi passa un minuto, ne passano due, tre, quattro, cinque e sei senza che nessuno se ne accorga. Il discorso non è granché, come solito d’altronde, e l’attenzione dell’uditorio va pian piano scemando. C’è chi guarda il telefono, chi lavora al pc e chi, semplicemente, pensa ad altro in uno stato di ipnosi ben nota a tutti in quell’emiciclo. C’è chi però, all’interno di quel palazzo non dovrebbe “farsi i suoi”, chi dovrebbe ascoltare e porre grande attenzione alle parole della Commissaria UE. Ed invece, quella gentile signora che sembra appena uscita da una casa in legno dell’Alsazia rurale, fa l’uncinetto e crea un grazioso maglioncino in vista dell’inverno alle porte. Quella signora di mestiere fa la politica e più di preciso è delegata agli affari interni dell’Unione, tale Yiva Johansson.
Colei che dovrebbe occuparsi delle più importanti materie interne dell’UE, prime fra tutte l’immigrazione, decide di non ascoltare la massima carica dell’unione e farsi bellamente gli affari propri. Ma sì, in fondo, mettendomi nei suoi panni la capisco anche: è svedese, è del “partito della sinistra”, ha appena perso le elezioni interne e la maestria del lavoro a maglia, senza un adeguato allenamento, sparisce dopo poco. Non potrà mica interessarsi davvero degli affari interni dell’Unione, non potrà mica intervenire davanti agli ingenti sbarchi in Italia e una situazione di forte tensione tra stati interni proprio per questo problema…eh no, la maglia è ben più importante.
Insomma, tornando alla realtà, questo ultimo episodio ci dà un ennesimo spaccato di quello che è e ciò che rappresenta l’Unione Europea: una mera unione di banche ed interessi di stati forti e ricchi che controllano e schiacciano stati più deboli. E no, non è un’analisi troppo azzardata. Non basterebbe infatti un solo articolo ad elencare tutte le decisioni scellerate compiute da Bruxelles negli ultimi lustri. L’ennesima crisi migratoria che stiamo vivendo fotografa l’incapacità di questa istituzione nel creare un vero dialogo fra stati che, alla prima difficoltà, abbandonano la smielata retorica europeista per barricarsi dietro gli interessi nazionali.
Risultato? A Lampedusa vi sono 7000 (settemila!) extracomunitari che chiedono asilo al vecchio continente e, le due maggiori potenze dell’Ue, Germania e Francia, corrono ai ripari chiudendo le porte una e aumentando i controlli l’altra. Ci pensi la brutta e cattiva Meloni a tutta quella “gentaglia”, a noi non servono. Queste le parole che si possono leggere tra le righe guardando a queste decisioni. Sia mai, poi, che la Meloni cercasse in qualche modo di fermare quei flussi: un eventuale blocco navale o fermo di imbarcazioni diventerebbe subito un sequestro di persona con annesso processo per direttissima e accuse franco tedesche alla “ducetta” italiana.
Questa è l’Unione Europea e questa è la solidarietà europea. Una bellissima trappola pronta ad accoglierti a braccia aperte con allettanti discorsi per poi lasciarti solo o ancor peggio schiacciarti con la scusa dell’economia. La storia ce lo insegna.
In guardia, Giorgia!
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