Di Andrea Piccinno
Ci abbiamo sempre creduto, anche a costo di sembrare dei folli. Lo dicevamo senza timore ad alta voce quando eravamo ancora ampiamente sotto al 5%, vedendo di tornata in tornata gli exploit di altri partiti a volte senza capo e sempre senza coda.
Oggi, per la prima volta, è realtà. Fratelli d’Italia è, ormai da mesi, il primo partito in Italia e la prima forza di governo, per la prima volta il Presidente del Consiglio è una donna cresciuta sotto la nostra fiamma e la nostra fiaccola e, all’interno dell’Ufficio di Presidenza di Gioventù Nazionale, siedono due deputati e due consiglieri comunali, rispettivamente di un capoluogo regionale e di uno dei principali snodi dell’intera costa adriatica.
In questi giorni, dopo anni di assenza, torna finalmente anche Fenix: è un momento importante, una comunità che si ritrova non per autocelebrarsi, ma per coordinarsi e continuare ad assaltare il futuro. Le tornate elettorali del nuovo anno, infatti, sono state l’ennesima dimostrazione di come i ragazzi e le ragazze di Gioventù Nazionale non siano solo operosi e tranquillamente capaci di fare da spalla al partito, ma anche giovani in grado di vincere e convincere a suon di preferenze. Sono stati eletti consiglieri comunali nei principali capoluoghi al voto, assessori, sindaci, consiglieri regionali. L’ossatura di Gioventù Nazionale è dunque ormai forte e robusta in tutta Italia, con amministratori e dirigenti che nel corso degli anni sono riusciti a emergere anche tra le fila del partito stesso.
È quindi ora di fare il passo successivo, quello della maturità, della concretezza e della proposta: riuscire finalmente a far diventare Gioventù Nazionale non solo uno strumento di aggregazione e di rete, ma la vera fucina di idee della destra italiana.
Abbiamo le menti, abbiamo le braccia, abbiamo possibilità di organizzazione che non hanno pari nello scenario dei movimenti giovanili italiani. Abbiamo soprattutto il coraggio e i motivi per farlo. Perché oggi è il momento migliore per essere a destra e non può essere sprecato nel bearsi del presente, perché lo scenario odierno non sarà eterno e perché, se oggi siamo al governo della Nazione, lo dobbiamo soprattutto a una generazione di giovani militanti che si è preparata, formata e organizzata mentre governava qualcun altro, ma che si è poi fatta trovare pronta a raccogliere il testimone. E anche noi, quando l’attuale generazione si troverà costretta a passarlo, dovremo essere pronti per riceverlo.
La vacuità dello scenario politico italiano a sinistra potrebbe farci crogiolare, ma, se è vero che ciò che cresce lentamente mette radici forti, il nostro partito ha sì iniziato gradualmente la sua crescita, ma è innegabile abbia poi avuto una rapida crescita dei consensi che è facilmente individuabile, nel quadro italiano, nella grande massa di voti facilmente movibili a seconda del vento del periodo.
Non esiste momento migliore per strutturare finalmente in maniera solida il movimento dall’interno, per mettere nelle migliori condizioni possibili le tante competenze che abbiamo, per innalzarle e per raccoglierne i frutti. È ora di far emergere le nuove battaglie generazionali che ci possano contraddistinguere, dall’accesso al credito al ricambio generazionale. È ora di fare cultura in maniera strutturata, con una parte del movimento che si possa occupare attivamente di questo. È ora di osare e di non avere timore: sarà sempre piena di solo giovani, ma Gioventù Nazionale sta diventando adulta e noi abbiamo il dovere di accompagnarla verso la fase della maturità. Con impegno, con serietà, con la dedizione che la nostra storia merita.
Strumenti per farlo ne abbiamo tanti e ne possiamo creare sempre più: si creino i primi gruppi tematici interni, li si chiami indifferentemente commissioni, dipartimenti o in qualunque altro modo, si facciano riunire i nostri ragazzi e le nostre ragazze per discutere di economia, di agricoltura, di sport e di terzo settore. Si vada a creare una struttura culturale interna che possa favorire la circolazione dei nostri autori, delle nostre opere, dei nostri lavori e la realizzazione di eventi su tutto il territorio nazionale. Si provi davvero a tirare fuori le capacità dai tutti i nostri ragazzi, dalle nostre migliaia di menti, dalle nostre migliaia di laureati, dai nostri ricercatori e dai nostri dottorandi.
Gioventù Nazionale diventi un laboratorio di proposte, una fucina di idee, un luogo dove qualsiasi giovane possa veramente sperare di migliorare anche in prima persona la nostra Italia.
Se lo si facesse, nel caso peggiore i nostri militanti e i nostri dirigenti avrebbero fatto un’esperienza importante che, spesso per la prima volta, li avrebbe portati a rapportarsi seriamente con le dinamiche di governo. Nel caso migliore, saremmo finalmente riusciti a far diventare Gioventù Nazionale un pilastro di Fratelli d’Italia e non solo una utilissima stampella.
Nel caso non lo si volesse fare, il rischio da accettare è quello di pagare domani la negligenza di oggi. Come nel calcio, le generazioni d’oro non nascono per caso, ma sono frutto di lavoro e progettazione. Allo stesso modo non è nata per caso la generazione Atreju e non lo potrà fare neppure la generazione Fenix.
Questo è il momento giusto per osare.
In Mū, la città perduta, Corto Maltese, un uomo che di osare se ne intende, ci insegna come non bastino i sogni, ma bisognerebbe imparare a travestire la realtà da sogno. Allo stesso modo, non basta sognare un’Italia migliore e una Gioventù Nazionale che possa ulteriormente migliorare, ma dobbiamo avere il coraggio di continuare a lottare per un’Italia migliore e gli stimoli di mettere Gioventù Nazionale in una posizione tale da poter continuare a crescere.
Se non ora, quando? È arrivato il nostro tempo!
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