Di Jacopo Tagliati
“Levate le tende ragazzi, si torna a casa!”.
Se non mi trovassi nella mia Emila e fossi a Roma andrei di buon cuore davanti al Ministero ad avvisare con il megafono i protestanti in tenda del venir meno dell’utilità della loro protesta.
Già, perché per quanto la loro battaglia fosse condivisibile, corretta e soprattutto da portare all’attenzione della pubblica opinione, i ragazzi “attendati” non hanno fatto i conti con una realtà tosta da digerire per i loro stomaci sinistri abituati alla salsa di soia e al hummus.
Ovviamente mi riferisco al Governo nostrano e alla sua capacità di agire davanti ai problemi con soluzioni concrete e attuabili, non ad un piatto di carbonara più condito del dovuto, ma tanto loro non la mangiano nemmeno più perché il guanciale non è equo e sostenibile.
Un Governo, quello guidato dal Presidente del Consiglio Meloni, che ha deciso di prendere in seria considerazione il tema del “caro affitti” già da parecchio tempo. È di aprile scorso, proprio a tal proposito, l’incontro che il Ministro dell’Università Bernini ha voluto avere con le rappresentanze studentesche in uno degli Atenei più importanti dello stivale, quale quello di Bologna, per parlare del tema “caro affitti” e cercare di individuare una soluzione.
Si può ritenere sbagliata la disamina dei giornali sinistri secondo cui solo dopo aver visto le tende fuori dalla finestra del suo ufficio, Giorgia Meloni abbia deciso di affrontare il problema. Infatti, i ministri competenti erano già al lavoro da tempo sul tema. Un altro castello di carte smontato dai fatti.
Quello che fa forse più sorridere di tutto è però la fauna studentesca che ha abitato le tende per qualche giorno.
Sul fatto che fossero studenti della CGIL (Udu) e del PD (Sinistra Universitaria) non avevamo dubbi e lungi da me contestare il loro sacrosanto diritto di protestare. Ciò che invece non era scontato era il fatto di trovare studenti pendolari in protesta insieme agli effettivi fuorisede lontani centinaia di km dalla propria sede universitaria. Sì, perché se a protestare a Roma ci fossero stati solo studenti di Crotone, Macerata o Gorizia (tre città prese a caso e non proprio a due passi da Roma) la protesta avrebbe acquisito significato e importanza maggiori senza scadere nel ridicolo. Ma se poi a portare avanti la protesta e a parlare coi giornali va una ragazza che abita a Seregno e che si lamenta di non potersi permettere di vivere a Milano, il “vaffa” parte quasi di default. Infatti, Alice, studentessa intervistata mentre protestava, ha dischiarato di non poter permettersi una casa a Milano causa prezzi troppo elevati ed essere perciò costretta ad un estenuante avanti indietro…di 19 minuti di treno. Ovviamente non tutti coloro che protestavano si trovano nella sua stessa condizione, ma forse come Alice ce ne sono tanti altri di studenti.
A gelare la compagine di “tenda e martello” ci ha pensato poi il nostro governo che pochi giorni orsono ha annunciato di aver destinato 660 milioni di euro al problema del caroaffitti per creare nuovi posti letto in studentati e non solo. Insomma, un’azione concreta per arginare un problema diventato fin troppo grande.
Si mettano dunque l’anima in pace i cigiellini e compagnuccolivari, con noi al governo i problemi reali si affrontano e si cercano di risolvere con pragmatismo e determinazione. Le chiacchiere, e le tende, stanno a zero.
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