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Musica e Gramscianesimo

Immagine del redattore: RedazioneRedazione

Di Gabriele Sciarratta

 

Si è da poco concluso il festival Sanremo, con in testa alla classifica Olly, che ha ceduto il suo posto all'Eurovision a Lucio Corsi, che andrà così a presentare un prodotto cantautoriale a Basilea.

Se la sinistra ha trovato massimo sfogo al festival con Carlo Conti e le sue uscite innecessarie, insieme a Brunori Sas al terzo posto, la destra invece ha ritrovato Cristicchi, salito alla ribalta nell'ambiente grazie a "Magazzino 18", un brano che racconta il dramma dell'esodo giuliano-dalmata e delle foibe.

Ma effettivamente, basta questo piccolo intermezzo per riconquistare quegli spazi culturali che ci appartengono in modo antropologico, in quanto portatori di un fardello?

 

Riconquistare spazi che garantiscono una fetta ampia di pubblico, dovrebbe essere il primo degli obiettivi se si vuole lavorare andando a toccare direttamente il cuore e le menti degli italiani.

Se la destra vuole fare egemonia culturale, forse è ora che rispolveri le teorie gramsciane, ricordando così che non può esistere un sistema politico solido se non c'è prima una direzione intellettuale e morale di massa.

Cristicchi canta di temi a noi cari? Ottimo, ma non basta.

L'egemonia culturale riparta anche dal festival di Sanremo, ma soprattutto dagli studi musicali e dalle case discografiche.

 

Chi toccò il punto più alto, fu Battisti, che con il suo “volando intorno alla Tradizione” cercò di riaccendere un po' di fiamme nelle case degli italiani;

vogliamo parlare invece de "I watussi" di Vianello? Illustre ospite di Atreju 2024, che nel 63' pubblicò la canzone/inno del politicamente scorretto, che da quel giorno accompagnerà la generazione X ed i boomers nei balli di gruppo delle feste di paese.

 

La nostra generazione invece su cosa balla? A quanto pare ci siamo abbandonati alla musica d'oltreoceano, alla commercializzazione ed ai giochi di potere delle case discografiche che non fanno altro che proporre contenuti di breve durata, che riescano ad esplodere grazie ad un ritornello orecchiabile, in modo che l'algoritmo di Tiktok e dei vari social le facciano spopolare.

 

A quanto pare Gramsci è riuscito benissimo nei suoi intenti: la massificazione ed il vuoto, hanno conquistato anche la musica, perciò sta a noi la sfida, riusciremo a reindirizzarla verso valori più alti?

 
 
 

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