di Fabio Roscani
Dopo Fenix, arriva sempre Atreju.
La scorsa estate, nella nostra Fenix, abbiamo tracciato le coordinate per il futuro. Tra decine di ospiti, dibattiti, scontri e risate, abbiamo fatto interfacciare per la prima volta l’intera comunità di Gioventù Nazionale con un presente che, dai nostri gazebo per le strade e dalle nostre riunioni nelle piccole sezioni, abbiamo sognato per decenni potesse arrivare: il presente da Governo, con un Presidente del Consiglio cresciuto sotto la nostra speme e con Fratelli d’Italia primo partito della Nazione, con l’onore di tenere alta la bandiera italiana per il mondo e con l’onere di poter finalmente costruire l’Italia che sogniamo.
Una sfida nuova, inedita, in cui abbiamo sempre creduto, ma che non avevamo mai vissuto. Una sfida che non possiamo affrontare senza due sentimenti che hanno fatto ardere e pulsare il nostro cuore fin dalla prima volta che abbiamo varcato la soglia di una sezione, fin dalla prima volta che, guardandoci negli occhi davanti lo specchio, abbiamo promesso a noi stessi di voler vivere in un mondo migliore, che un mondo migliore lo avremmo lasciato ai nostri figli.
La rabbia e l’amore. Complementari e fondamentali. Caldi e Fortissimi. La rabbia che ci motiva a sfidare l’ordinarietà, l’amore che ci fa guardare al futuro con speranza. La rabbia che ci impedisce di rimanere in silenzio davanti le ingiustizie, l’amore che ci lega alle nostre comunità. La rabbia che non ci fa temere di alzare la voce, l’amore che ci incoraggia a fare sempre un passo avanti.
La rabbia e l’amore nella sfida delle emozioni. Quelle di una generazione dipinta come lobotomizzata, incapace di stare al mondo. Divorata dal disagio giovanile di una società sempre più a uso e consumo del capitale che della socialità. Ma una generazione in cui noi crediamo ancora, perché vediamo tutti i giorni al nostro fianco ragazzi e ragazze sognare, credere, sorridere, lottare, arrabbiarsi e amare.
La rabbia e l’amore nella sfida dell’Europa delle Patrie. Quella che cantiamo da sempre nei nostri campi, orgogliosa della sua storia, fiera delle sue radici. Un’Europa protagonista nello scacchiere del mondo, che torni forte e coraggiosa a dire la sua, che sia culla di pensiero e trampolino d’azione.
La rabbia e l’amore nella sfida per un’Italia più sicura. Quella senza più zone franche, che sappia crescere i suoi giovani e riabilitare i suoi figli traviati da una società che ci riempie di insicurezze e vacuità, che non genera esempi da seguire, ma trappole da evitare.
La rabbia e l’amore nella sfida dell’umano. Quello che rischia di essere inghiottito dalla sua stessa creatura, dalla sua stessa superbia. Perché la tecnica prende senso e valore al servizio dell’uomo e non seviziando l’uomo della sua unicità.
Sono tante le sfide che ci attendono in quest’anno che verrà. Ci faremo trovare pronti, come s’è fatto trovare pronto chi è venuto prima di noi. Atreju nasce come una festa di una comunità politica e umana, oggi è la festa di una comunità politica umana che ce l’ha fatta, che ha portato in alto le sue battaglie. Come, nello stesso solco, faremo anche noi.
Perché, dopo Atreju, arriva sempre Fenix.
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