Un paio di giorni fa vidi sulla rete la seguente frase: "Non sono italiana, sono napoletana! E' un'altra cosa!". Questo disse Sophia Loren in un'intervista americana che non condividerò mai nella vita ma che invece moltissimi italiani si riconoscono e ne condividono a pieno il modus pensandi.
Inoltre ci mancava la vicenda al Festival di Sanremo che - dopo l'esibizone di Geolier - partirono nell'immediato fischi, insulti e critiche vergognose a riguardo.
Partenopei che si sentono tali ma non italiani.
Padani che si sentono tali ma non italiani.
Insulari che si sentono diversi od abbandonati dal continente e quindi non si sentono minimamente italiani e così via.
In una società ove si è antitutto, ove si combatte per le differenze, minoranze, diritti dei diritti su diritti e tutto il resto, raramente ho udito il termine antiseparatista.
Io sono profondamente antiseparatista. Come tale, voglio dire la mia su questo concetto.
Con la precedente parola identifico e forse definisco tutti quei fenomeni di "razzismo interno" che accadono nella società italiana, per come motivante è più che spesso l'ignoranza.
L'esempio più empirico in assoluto è quello tra il settentrione ed il meridione in cui si scagliano insulti di qualsiasi varietà.
Inaccetabile in qualsiasi contesto e tempo, è una profonda vergogna.
Nell'Italia di oggi è di vitale importanza rimanere uniti in tutti i contesti poiché siamo, da Predoi a Lampedusa, da Capo d'Otranto a Bardonecchia, tutti italiani.
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