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Qualcuno era Patriota

Immagine del redattore: RedazioneRedazione

Di Alessio Moroni


Qualcuno era patriota perché amava l’Italia,

quella vera, quella che si sveglia presto al mattino,

che lavora senza chiedere sussidi,

che costruisce senza aspettare aiuti dall’alto.

 

Qualcuno era patriota perché si emozionava

vedendo sventolare il tricolore,

perché sentiva i brividi ascoltando l’Inno,

e sapeva che non è solo una canzone da cantare

quando gioca la Nazionale,

ma il simbolo di un popolo che ha lottato,

che ha sofferto,

che ha vinto e che non vuole più inginocchiarsi.

 

Qualcuno era patriota perché aveva letto la storia,

quella che non insegnano nei libri di scuola,

quella che non trovi nei programmi televisivi,

quella che racconta di ragazzi assassinati per un’idea.

 

Qualcuno era patriota perché non ha dimenticato

Primavalle, dove bruciarono vivi Virgilio e Stefano Mattei

e nessuno della sinistra chiese mai scusa.

Perché ricordava Acca Larentia,

dove la violenza rossa sparò e uccise giovani innocenti,

mentre i media tacevano e i colpevoli restavano impuniti.

 

Qualcuno era patriota perché non ha mai scordato

Mikis Mantakas, giovane greco assassinato davanti a una sezione missina,

né Sergio Ramelli, massacrato a colpi di chiave inglese,

colpevole di avere un’idea sbagliata per chi predicava libertà

solo quando faceva comodo.

 

Qualcuno era patriota perché sapeva

che la sinistra ha sempre avuto due pesi e due misure,

che parlava di giustizia e poi copriva gli assassini,

che urlava “democrazia”

ma nei cortei pestava chiunque non fosse d’accordo.

 

Qualcuno era patriota perché non dimenticava

le foibe e l’esodo giuliano-dalmata,

perché sapeva che migliaia di italiani

furono gettati e cancellati dalla storia

solo perché italiani,

e che per decenni il silenzio ha coperto quella tragedia.

 

Qualcuno era patriota perché aveva visto

la propria terra svenduta ai burocrati europei,

perché non accettava l’invasione incontrollata,

perché sapeva che accogliere non significa annullarsi,

che aiutare non significa sottomettersi.

 

Qualcuno era patriota perché credeva

che l’Italia non dovesse essere una colonia,

che l’orgoglio nazionale non fosse fascismo,

che amare la propria identità non fosse un reato.

 

Qualcuno era patriota perché sapeva

che difendere la natura significa difendere la Patria,

che l’ambiente è una ricchezza da tutelare senza ideologie,

che amare la propria terra significa prendersene cura,

come insegnava Paolo Colli con Fare Verde,

quando difendeva il paesaggio e il territorio

senza estremismi,

senza ipocrisie,

senza compromessi.

 

Qualcuno era patriota perché sapeva che non basta lamentarsi,

bisogna lottare,

alzarsi in piedi,

difendere le proprie idee.

 

Qualcuno era patriota perché credeva in un’Italia libera,

autentica, forte,

quella che Giorgia Meloni ha portato al governo

contro tutti,

contro i media,

contro chi la voleva cancellare,

contro chi non sopporta che un’Italia forte possa esistere.

 

Qualcuno era patriota.

E lo è ancora.

 
 
 

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