di Andrea Piepoli
Cari Colapesce e Dimartino,
con voi abbiamo ballato e cantato, convintamente.
Quando ci siamo connessi alle vostre frequenze abbiamo riscoperto con stupore l’ebrezza della vita autentica che si afferma sopra ogni cosa. Sopra la modernità e i suoi abbagli accecanti, sopra le esistenze caotiche che dimenticano la semplicità, sopra il peso delle responsabilità e le angosce del presente.
La vostra musica rivela questo ed afferma la sacralità della vituperata “leggerezza”, aquilone a cui aggrapparsi per tenersi alla larga da inutili dogmi e stupidi pregiudizi. Dalla leggerezza da voi evocata, ci siamo fatti accompagnare negli scenari esotici e post-moderni dei vostri spartiti, scandendoli a tempo con timidi e goffi passi di danza fino a provare una profonda simpatia per voi, fino persino ad intravedere tra le righe un certo spirito rivoluzionario che ci ha fatto cogliere, infine, da una sincera nostalgia.
Si, nostalgia. Non per il Fascismo eh, mi raccomando, non confondetevi. Nostalgia per un mondo con più poesia che prosa. Un mondo che siete stati in grado di tradire nel momento in cui avete tentato di descrivere qualcosa che non conoscete ed a propinarlo come un atto poetico, come una canzone.
Il vostro “Ragazzo di destra” squarcia la vostra rituale leggerezza, l’aquilone si è schiantato al suolo ed è diventato una pesante incudine. Non avete fatto alcuno sforzo per volare sopra i dogmi e i pregiudizi di cui vi siete sempre fatti beffa, la pesantezza vi ha vinti nel costruire una gabbia fatta di luoghi comuni, stereotipi e bugie.
Vi sia di conforto, quel ragazzo è solamente uno spettro della vostra mente. Forse dovevate dimostrare di appartenere a quell’eletta schiera, cantata da Guccini, che si vende alla sera per un po' di milioni. E’ legittimo, sappiate solamente che sta volta potrete pure avere voi le tasche piene ma sono i nostri coglioni ad esserlo di più.
Che delusione, che occasione ghiotta avevate per fare rumore, per continuare a rovesciare gli schemi, per cercare l’autenticità.
Non disperate però. Vi si pone difronte un rimedio, una possibilità di redenzione. Vi porgiamo un aiuto.
Siete invitati a FENIX, la nostra festa, l’anno prossimo. Così potrete capire chi è davvero un ragazzo di destra. Siete evidentemente confusi e in cerca di ispirazione. Ve lo offriamo noi un mondo con più poesia che prosa. E tranquilli, non vi accoglieremo con manganelli e tirapugni, al massimo con un sorriso che non potrà cadere nello spazio della vostra indifferenza.
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