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Rivolta generazionale. Addio Teodoro Buontempo.

Di Piergiorgio Laguardia


Il 24 aprile 2013 era una giornata mite primaverile, bella e spensierata come tutte le giornate pre festive.

Fratelli d’Italia era nata da pochi mesi e composta, all’epoca, da pochi fedelissimi ed appassionati sostenitori identitari; entro qualche anno, da Fi e Lega, qualcuno avrebbe fatto ritorno alla casamadre, a differenza di altri persi e smarriti nella grande diaspora da sempre presente nella grande storia della destra italiana.


Quel manipolo di fondatori e identitari della prima ora, riusciti ad essere eletti in Parlamento, dopo le non esaltanti elezioni del 2013 sbracciavano con coraggio e sagacia, nell’arcipelago dei grandi partiti strutturati, persino per il diritto di replica e di intervento nell’assemblea parlamentare.

Questo clima apparentemente normale venne interrotto da una dolorosa ma non inaspettata notizia: una brutta patologia ed un mancato trapianto avevano stroncato Teodoro Buontempo, all’età di 67 anni.

La Destra italiana perdeva un punto di riferimento certo e sicuro, lo perdeva quella parte del mondo del lavoro che guardava a destra, la neonata Fratelli d’Italia ed in generale un’intera comunità che voleva una destra del lavoro dalla parte dei lavoratori.


L’umiltà, la laboriosità, l’altruismo ed il comunitarismo di Teodoro Buontempo lo hanno sempre accompagnato: sin da quando, trasferitosi dall’umile terra d’Abruzzo, la cui povertà fu ben fotografata nei romanzi di Ignazio Silone, viveva in macchina e nelle stazioni di fortuna.

I suoi biglietti da visita di quel periodo infatti riportavano come indirizzo "Buontempo Teodoro. Indirizzo: salita di Valle Giulia, dietro Architettura, piazzola a sinistra dietro la fontanella.’

Di quegli anni memorabile la sua ‘Radio Alternativa Libera’ di chi già pensava in modo assai innovativo ad una destra sociale moderna, libera, forte, giusta e distante dalla violenza politica di quegli assai tragici anni di piombo.

Nel corso del tempo poi ebbe incarichi politici via via più importanti: consigliere comunale, deputato e negli ultimi anni assessore regionale alla casa e consigliere provinciale.

Ma da sindacalista seppe dare un forte slancio alla difesa dei redditi da lavoro dipendente: alla difesa ed al miglioramento dei Ccnl, dell’art 18 dello Statuto Dei lavoratori, per i contratti a tempo indeterminato, per la difesa dei punti di contingenza della scala mobile negli anni 80.

Infatti, ai tempi del referendum della scala mobile, si trovó sulla stessa posizione di Luciano Lama, entrambi concordi sul fatto che non si poteva scaricare pregiudizialmente sui lavoratori il costo delle crisi.

Ma anche sulla sicurezza e sulla legalità non fece sconti: si oppose ad esempio alla costruzione di casinò in zone in cui, come ricordava lui stesso, era alto il tasso di delinquenza.

Perché uno dei compiti della Destra da lui interpretati era quello di opporsi al malaffare ed alla malavita striscianti.

Purtroppo la destra italiana non è mai riuscita ad assorbire, soprattutto in termini di valori e contenuti, ciò che ne è derivato dalla sua morte.

Una crisi sindacale a 360 gradi accompagnata da una crisi della politica hanno fatto sì che ancora oggi non si sia intervenuti per contrastare la flessibilità e la precarietà del lavoro.


Un trend da invertire e su cui servirebbe più determinazione e volontà politica.

Ciao Er Pecora, Addio Teodoro Buontempo.

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