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TRUMPolino sul baratro

Di Maria Vittoria Giglio


Eh già…purtroppo il male, che si pensava non sarebbe mai riuscito a diventare viscerale, inerente l’uso del potere giudiziario per annientare lo scomodo avversario politico, ormai è realtà consolidata nel mondo occidentale.

È proprio del Presidente emerito degli Stati Uniti che si sta parlando: da, come viene ritenuta una figura similare, “uomo più potente al mondo” a Micheal Duncan nella sua magistrale parte ne “Il miglio verde” durante l’ultima traversata del fatidico corridoio verde, prima dell’esecuzione della sentenza.

Giovedì 3 agosto, presso il tribunale del Distretto di Columbia, per una durata di ventisette minuti complessivi, ha avuto luogo l’udienza preliminare circa l’assalto alla sede del parlamento americano, Capitol Hill, datato 6 gennaio 2021.

Infatti, dai capi di imputazione ascrittigli, si evince che Donald Trump avrebbe incitato i suoi sostenitori più estremi -nonché, per lo spettacolo indecoroso creato e quindi per loro stesse gesta estremisti- nel tentativo ostinato di riassegnare il trono al “re spodestato”, con le elezioni presidenziali 2020.

Insomma cospirazione e frode ai danni degli Stati Uniti.


Vieppiù, dei trentasette capi d’accusa, per molti dei quali l’ex Capo di Stato è incriminato dal tribunale di New York, alcuni sono frutto di indagini del FBI, che non sempre ha palesato, soprattutto nell’ambito del rispetto dei diritti umani, una condotta irreprensibile.

Il vestiario tipico di un giudice anglosassone, rispetto a uno italiano, varia nei cordoni ai lati di esso.

La toga di un magistrato d’oltreoceano, infatti, non l’ha.

Un accessorio in meno, ma una corda resistente, invisibile, spessa quanto l’avvicinamento di tutte e cinque le dita di una mano, viste in prospettiva, che negli ultimi cinquant’anni ha reso le persone sgradite, carne da macello…mediatico.

Non fosse altro per la gentilezza con cui i giornalisti iper-arci-mega-super polarizzati si sono fiondati e non solo quelli autoctoni, anche alcun italiani, sulla questione del tycoon.

Si pensi a un garbatissimo cenno alle primarie del nordAmerica, che si svolgeranno a breve e a come gli allarmismi sinidistorti gridino allo scandalo sul diritto di Trump di potervi concorrere. E si è giunti appena alla fase preliminare del procedimento!

Giustizialismo a tutti gli effetti, che arriva, puta caso, prima di un evento elettivo, anzi, detto all’americana maniera nel momento del “rinnovo della democrazia”.

Se, accompagnato non solo dalle armi, il modello democratico venisse “esportato” insieme ideologicamente e pragmaticamente come, d’altronde aveva tentato di fare il cattivo manhattanita, includendovi il buon senso etico-giuridico, il quale, nel 2023, dovrebbe essere concetto empirico assodato, la divisione tra buono e cattivo nella società civile non esisterebbe e tutti saremmo uguali dinanzi alla legge, che il nostro nome sia Trump o meno.

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1 Comment


Dance Dance
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Aug 07, 2023

La realtà giudiziaria degli Usa è molto complessa; mentre qui da noi il CSM nomina dopo delle trattative tra correnti, anche se la scampa sempre magistratura democratica, i Procuratori della Repubblica, negli Stati Uniti d'America in alcuni stati i Procuratori vengono nominati dal governatore dello stato, in altri vengono eletti, inevitabile che la magistratura sia di parte, e il potere che detiene è ancor più forte della magistratura italiana.

I processi di Trump si stanno tenendo a Washington e New York, i governatori di questi due stati sono Dem, Trump intelligentemente sta chiedendo che i processi si tengano in altri stati affinché possa affrontare un processo giusto, anche se sappiamo che pur essendo processato e giudicato colpevole in primo grado,…

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