Di Alessandro Parabita
Premetto che all’inizio della c.d. ‘’Operazione Militare Speciale’’ facevo parte di chi parteggiava per Mosca ed ero tutto un ‘’Z’’. Come molti italiani ero caduto nel classico complesso del ‘’salvatore’’, di chi sperava che la salvezza la portasse sulla punta delle baionette un novello Napoleone.
Col passare dei mesi la mia personale posizione si è sempre più orientata verso un campo incerto, neutro. Ciononostante la mia considerazione di Zelensky è sempre stata a prescindere negativa (vedasi l’affarie Vogue ed il siluramento di Zalužnyj, tanto per dirne due.)
Guardando l’intervista integrale (e non solo i famosi ultimi dieci minuti) tra il presidente ucraino e Trump ho in minima parte rivalutato il primo:
precisamente quando il presidente USA, parlando del valore degli aiuti all’Ucraina, sostiene che l’UE abbia fatto ‘’molto meno’’ ed è qui che Zelensky si contrappone per la prima volta ‘’difendendoci’’. Successivamente, i suoi nervi non reggono al tono via via più polemico delle domande della stampa (del tipo ‘’Perché non indossi un completo?’’) e delle risposte di Trump, tant’è che si lascia andare ad alzate di sopracciglio e gesti con le mani. Il resto dell’incontro, o scontro, si gioca tra il più melenso ‘’american pride’’ di Trump e Vance e la collaudata tattica del terrore di Zelensky ‘’i russi arriveranno a Washington se non li fermate da noi’’.
Ovviamente, se in cattedra salgono le frasette fatte sia di uno schieramento che dell’altro, non può esserci alcun vero dibattito, tant’è che in assenza di una conclusione logica si chiude lo stesso.
Aldilà di ciò, seguendo lo sparring televisivo ho assaporato ciò che è un classico della politica USA cioè ‘’alleati’’ usa e getta (vedasi Saddam Hussein, Noriega, i brave mujahideen fighters of Afghanistan, e l’elenco è lungo) , ma soprattutto ho vissuto una sensazione di grande angoscia pensando a tutti quei ragazzi caduti convinti che prima o poi sarebbe arrivata la cavalleria. E forse mi sbaglio, perché non posso neanche immaginare cosa provi chi vede la sua Terra invasa, e di certo chi imbraccia davvero un fucile per fronteggiare un carrarmato non lo fa perché ‘’tanto poi arrivano gli americani’’, ma lo fa perché sente suo questo sacro dovere di difendere la Patria, foss’anche da solo contro il mondo.
Visto e considerato quanto sopra, la verità è sempre la stessa:
l’Europa non avrà mai negli USA un alleato nel senso vero del termine, ma solo e soltanto un overlord.
Ho ancora alcune difficoltà a vedere la Russia alla loro stregua, perché sono un romantico e credo ancora nell’Idea di Eurasia, ma mai come dai tempi della Guerra Fredda dobbiamo considerare chiunque aldifuori dell’Europa come avversario.
Oggi come sempre, siamo soli.
Adesso resta da vedere quanto ci metterà l’UE a cambiare posizione e girare le spalle all’Ucraina o se per la prima volta cercherà di essere autonoma.
Paradossalmente viviamo questo periodo storico con il miglior presidente USA possibile (ultra-isolazionista) e la peggior classe dirigente UE combinabile (soprattutto in termini di spessore politico ed ideale, e quindi delle difficoltà che avrà a postulare una posizione sua, nuova, originale, che spiani la via), tranne qualche eccezione.
Finora questo paradosso sembra comunque non intaccare questo vaghissimo processo di emancipazione da Washington.
Però, ‘’che fare’’?
La nostra unica speranza di una iniziale politica autonoma del Continente è riposta in Macron e Starmer (cosa mi tocca scrivere, bah).
Se estendessero il loro ombrello nucleare anche al resto dell’UE, si potrebbe fare il primo vero passo verso l’emancipazione dai padroni statunitensi, nonché, a quel punto, per porre le basi per una seria riflessione sull’utilità della Nato, dato che l’ipotitetico raggiungimento di un’autonoma deterrenza nucleare vedrebbe il cessare della necessità di quella organizzazione.
A quel punto si potrebbe intervenire convenzionalmente in Ucraina.
Cosa potrebbe fare Putin se lo facessimo? Scatenare una guerra nucleare? No.
Una guerra nucleare non conviene a nessuna parte coinvolta.
La mutual-assured-destruction garantisce che fino a quando le cose si possono risolvere convenzionalmente, in tal modo si risolveranno. E ricacciare indietro l’esercito russo ai confini pre-22 senza andare oltre (sì, ormai la Crimea è roba loro), e quindi senza minacciare l’integrità della Federazione, si può risolvere convenzionalmente.
Tutto ciò però sarebbe inutile se, semplicemente sottraendo dall’orchestrina gli USA, si continuasse con la stessa retorica che viviamo da anni.
I russi non mangiano i bambini. Non credo alla loro demonizzazione. Sarebbe stato meglio se si fosse lavorato per una conciliazione con Mosca, perché i tempi sono cambiati e sono convinto che l’obbiettivo avrebbe dovuto essere non solo il distaccarsi da Washington, ma anche il riguardarsi da Pechino e fare il possibile per non spingere i russi verso le braccia di questi ultimi.
Credo abbia ragione Putin quando parla di una nuova era multipolare, e l’Europa non deve fare l’errore di schierarsi con questo o quel polo, ma avere il coraggio di esserne essa stessa uno autonomo. Tra occidente ed oriente, bisogna avere il coraggio di assumere una nuova terza posizione.
Non credo all’isteria zelenskyana (e UE) dei russi alle porte di Berlino ma, tutto ciò premesso, ad oggi i fatti sono quelli che sono, e non possiamo lasciare soccombere una Nazione, quella Ucraina, che tra l’altro ha creduto in noi e che anche sulla nostra solidarietà ha basato la sua tenacia. E tutti i senni di poi e le dietrologie del caso crollano di fronte un Popolo che dopo tre anni combatte ancora e versa il sangue per difendere la sua Patria, un Popolo che non può essere considerato una ‘’mera espressione geografica’’, ma che ha fatto una scelta ed è quella di stare con noi.
Le decine e decine di migliaia, se non centinaia, di giovani ucraini caduti lo hanno fatto perché loro rappresentavano e rappresentano la prima vera Trincea d’Europa.
Bisogna imprimere finalmente nel marmo che Europa non ha bisogno di nessuno per difendersi, e che Europa ha intenzione di difendersi, contro tutto e tutti.
Europa chiamò.
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