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A Mikis

di Salvatore Tuzio


“E io non voglio più scordare, del suo corpo sul selciato e del fiore che è sbocciato dal suo sangue raggrumato…”

Fotografia riprodotta in note da Marcello De Angelis, militante del Fronte della Gioventù a Roma negli anni '70 e vittima terza della spirale d’odio e violenza che caratterizzò quegli anni! Fotografia che segna l’istantanea di una delle più assurde morti di ragazzi di Destra.

Per la prima volta a Roma tra coetanei si spara!


A terra cade Mikis Mantakas.


Mikis era un ragazzone di quasi due metri, era venuto in Italia per conseguire la laurea in medicina presso la Sapienza di Roma. Appena arrivato nell’ateneo si avvicina ai ragazzi del FUAN Caravella, in Grecia ci sono i colonelli, questo binomio porterà una parte dell’opinione pubblica a sposare la tesi della “pista nera".


Quel 28 febbraio, con tutti i ragazzi del Fronte, era barricato davanti al Tribunale Penale di Roma dove si stava svolgendo il processo per il “Rogo di Primavalle" , in cui persero la vita i figli dell’esponente locale missino Mattei, dopo tre giorni a difesa del palazzo dall'assalto degli extra parlamentari di sinistra in difesa degli accusati al processo.


Ecco che su una prima fotografia si inserisce una precedente, il filo rosso del sangue fa avvolgere in nastro a due anni prima e ad una notte romana finita con una palazzina incendiata in un sobborgo del quadrante nord e due innocenti morti carbonizzati, morti che non avranno mai una vera giustizia.


È l’una, il giudice chiama la sospensione del processo, i ragazzi del Fronte non hanno più “niente" da difendere. Per alleggerire la tensione sulla piazza, decidono di andare nella sezione più vicina, si dirigono verso via Ottaviano, ma quando arrivano vengono assaliti da un corteo non autorizzato di compagni.

I giovani missini cercano riparo dentro la sezione, ma inizia il lancio di bottiglie molotov, la porta prende fuoco, si rischia di fare “la fine del topo".

La decisione è unanime: bisogna uscire dalla porta secondaria che dà su Piazza Risorgimento.


Lì, davanti a quel portone, ad attendere i ragazzi ci sarà un moto di grande cilindrata con due uomini a bordo. Appena i ragazzi escono vengono travolti da una raffica di colpi. Mikis viene colpito alla nuca, cade, perde sangue. Morirà poche ore dopo in ospedale.


Per l’omicidio, nel corso degli anni verranno incriminati e condannati in tre sedi di giudizio Alvaro Lojancono e Fabrizio Panzieri: ecco che il filo rosso del sangue di quegli anni porta ad una terza foto, Lojancono, che riuscirà a darai alla macchia nonostante la condanna e parteciperà al sequestro di Aldo Moro.


Nel corso degli anni le tesi sulla morte di Mikis saranno molteplici: si chiamerà l’intervento del regime greco dei Colonelli, “un bastardo giornalista preparava già una storia dalla trama un po’ già vista per sporcarne la memoria, tanto da arrivare a dire che era stato un suo fratello a sparargli nella nuca approfittando del bordello…”.


Presunte molteplici verità, indagini lacunose, porteranno ad una verità storica diversa da quella giudiziaria.

Ma “noi siamo ancora qui per ricordare, ma noi siamo ancora qui per chi vuole dimenticare!” Questa è la più grande promessa che facciamo a Mikis e a tutti i ragazzi caduti sul selciato, vittime di una violenza politica ed ideologica che condannava alla morte ragazzi inermi, per la sola “colpa” di credere di qualcosa di diverso, di più alto, e mettendolo in pratica ogni giorno, con un tema contro le BR, in una periferia, romana portando una visione diversa da quella proletaria comunista, in una università dando un volantino.


Noi siamo ancora qui perché vogliamo ricordare “senza scomodare i morti ma che almeno i nostri figli non conoscano quei torti…”!


Il filo rosso è diventata la nostra stella polare, le fotografie i cimeli di famiglia, il ricordo è vivo dentro le nuove generazioni e non abbiamo bisogno di prendere lezioni da nessuno, né da presidi ideologizzati, né da soliti ben pensanti accecati solo dalla fame del successo!


La Storia di Mikis è la Storia di tutti quei ragazzi a Destra che nel corso della loro militanza hanno portato il loro amore fino alle estreme conseguenze, che non indietreggeranno davanti a facinorosi che pretendono di avare in tasca la verità assoluta, e fanno uso della violenza per imporla.


Oggi, come da 50 anni, siamo da una parte della barricata.

Oggi, come da 50 anni, difendiamo le nostre idee consapevoli delle conseguenze.

Oggi, dopo 50 anni, il filo rosso l’abbiamo spezzato nonostante c’è chi vorrebbe portare indietro le lancette del tempo.

Oggi, dopo 50 anni, siamo qui a urlare ancora una volta il nostro giuramento, a gridare ancora il nostro Presente, consapevoli però che Mikis e tutti i ragazzi ci possono guardare ed essere contenti perché oggi, dopo 50, noi abbiamo vinto!


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