
Assassination culture: quando le idee fanno paura
- Redazione
- 4 ore fa
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Di Gabriele Sciarratta
La figura di Charlie Kirk sul piano ideologico, rappresenta in pieno il movimento MAGA statunitense: dai rapporti con Israele alla negazione evidente del massacro in Palestina, dal conservatorismo soft-spicciolo fino all'anarcocapitalismo, dalle dichiarazioni contro l'Europa in quanto soggetto politico e la voglia di definire la guerra in Ucraina come un qualcosa di trascurabile per gli interessi americani, dal materialismo all'imperialismo americano omologante, senza contare le invocazioni al II emendamento, invocazioni che però non propagandavano lo sparare al collo ad un giornalista e padre di famiglia.
Risulta veramente difficile per un europeo associarsi ed apprezzare questa visione del mondo e linea ideologica.
Ciò a cui è ancora più sbagliato associarsi è l'idiozia dell'orrore in un epoca di pazzi, perché alla fine, Kirk non era l'uomo che siede alla scrivania dei pulsanti, non controllava nulla, era solamente una figura ideologizzata che metteva in atto la politica col dibattito di piazza a tu per tu, con argomentazioni che potevano essere magari anche completamente sbagliate, ma almeno nel suo fare, sedeva al tavolo del confronto.
Charlie Kirk era un giornalista, un'attivista politico, era un militante di una struttura, non la cima pensante e dirigente di un partito, la sua politica si è sempre basata sull'associazionismo ed i suoi comizi erano assemblee aperte al confronto.
Piazze d'assemblea in cui ha saputo contestare il woke con argomentazioni socio-politiche ed una dialettica impressionante, piazze in cui denunciava anche la perdita di valori patriottici e comunitari, ma anche piazze dove sosteneva invece posizioni indifendibili già citate all'inizio di questa osservazione del caso Kirk.
Il vero cortocircuito di questa storia, è l'eliminazione del pensiero politico con le pallottole, è mettere a tacere ancora prima del confronto, è non voler sentire.
Non è accettabile la visione/scusa che alla violenza verbale e quindi alla teorica perpetrazione di valori avversi si debba rispondere con altrettanta violenza, è un pensiero da macello, è quello che ci lega al mondo animale, mettere a tacere un giornalista che di base è sempre stato proattivo al dialogo con l'opposizione è quanto di più malsano giri in questo mondo, ma anche solo minimamente pensare la violenza politica quale strumento garante di chissà quali vittorie o vedere nella violenza politica un transito per un mondo migliore è l'apoteosi del Male.
Un uomo mettetelo a tacere nel confronto delle visioni col dialogo in mondo-visione social, ovvero nella pratica di Kirk, piuttosto che sparargli un colpo al collo agonizzante per lasciare così una moglie e due figlie a soli 31 anni.
Ci si trova al punto irrazionale di dover sparare in piazza per avvalorare le proprie tesi, si è al punto in cui il progressista medio gioisce della morte di un giornalista, si è al punto di non comprendere più cosa ci separi dalle bestie, si ha solo la convinzione di cos'è il bene e guai a criticarla quella convinzione, la pena è una pallottola al collo, davanti ad una assemblea di gente, all'aria aperta, non in un bunker in Alaska insieme a Putin per poter così disegnare le nuove imminenti derive del mondo, ma in un luogo di ritrovo a tutti accessibile.
Vi credete di avere la visione della provvidenza e attaccate i cristiani perché non abbastanza cristiani, avete il piede già pronto nella direzione dello stigma, ma avete scordato che in un tempo lontano c'era un Cristo che parlava di amare il prossimo tuo come te stesso, questo siete cari sostenitori dell'orrido.
Avete dimenticato tutto, siete gli idioti del terrore.
Non avendo la divina saggezza che ci possa permettere di comprende cosa accade veramente nella mente di chi vive senza spirito, di chi non alza lo sguardo, di chi vuole dare la soluzione finale, di chi parteggia per l'estremo della violenza materiale, sappiamo solamente che per quanto si cerchi di volersi mettere la corazza di ferro per evitare che il mondo moderno penetri in noi, alla fine qualcosa passa sempre, per nostra diretta predisposizione alla materia in quanto umani, in quanto imperfetti, ed è in questo contesto che reputiamo l'assassinio del per quanto discutibile giornalista Charlie Kirk l'atto più umano possibile, perché è orrido, perché il mondo moderno ha reso l'umano quanto di più tellurico non lo siano gli animali che vivono di sole pulsioni, anche perché l'omicidio politico del giornalista, porterà a delle conseguenti escalation nella questione delle contrapposizioni ideologiche giovanili, aprirà la strada allo sdoganamento della violenza con possibili devastanti risultati ed in questo contesto è impressionante il dato che ci rivela come 31 statunitensi su 100 giudicano giustificabile l'eventuale assassinio di Elon Musk, ed invece il 34% dei cittadini americani è favorevole all'uso della violenza per impedire i dibattiti pubblici scomodi. Charlie Kirk ci aveva al tempo già parlato di questo fenomeno e lui la definiva la "assassination culture".
Sono morte le lucciole di cui ci parlava Pasolini e sono passati cinquant'anni esatti da quelle dichiarazioni che non hanno fatto altro che rivelarsi le più tristemente lungimiranti, ed è per questo che non ci sarà più niente di bello per cui morire un giorno, perché ci uccideranno anche quello.
Nonostante la visione del mondo di Kirk differisca totalmente da quella europea, è necessario combattere le battaglie che vanno combattute, non faremo di Kirk un paladino ideologico, ma l'uomo caduto sul campo del confronto, della comunità, sul campo delle idee e tutto questo risulta inaccettabile.
È il secolo del terrorismo materialista, dell'odio profondo che l'animo volgare nutre verso la bellezza,
ed in questa visione non vogliamo fare di Kirk un santo od il nostro punto fermo ideologico, ma vogliamo riconoscerlo in quanto vittima di un mondo progressista che ha scelto il piombo al posto delle idee.
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