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Cittadini alla Canna (del gas) …ma lo Stato ci guadagna!

di Salvatore Tuzio



Che il conflitto Russo-Ucraino abbia travolto almeno economicamente anche le altre Nazioni europee è fatto ormai conclamato, quotidianamente si sente parlare di caro bollette, ne sono pieni i telegiornali, i talk show ed il tema ovviamente è parte integrante di ogni programma elettorale dei partiti che concorrono per Palazzo Chigi!


Notizia forse meno diffusa è che il prezzo del gas non è stabilito dal venditore o dal compratore come un normale bene, ma è gestito da una borsa con sede ad Amsterdam che in base l’andatura ne stabilisce il prezzo comune classificato come Energia. Verrebbe da domandarsi “e quindi?”… e quindi il prezzo non è reale ma virtuale, esso viene fuori da parametri esterni a tutto ciò che concerne la “lavorazione" della materia prima o del suo “prodotto" finale ma è succube di oscillazioni dovute a agenti esterni.


Da qui parte la prima riflessione, perché essere succubi e vittime di speculatori che si divertono a manovrare l’oscillazione e il conseguente prezzo dell'Energia? Perché l’Unione Europea fa sì che l’energia esca dalla borsa di Amsterdam e non che venga regolato dal mercato reale?


Seconda riflessione: perché l’Italia negli anni non è stata in grado di esser pioniere dell’approvvigionamento di risorse da più produttori, così come negli anni ‘50 e ‘60 fu pioniere l’Ad dell'Ente Nazionale Idrocarburi(ENI), Enrico Mattei, che con una politica di relazioni diplomatiche permise lo sviluppo di Paesi estrattori e un sicuro margine di guadagno per la società italiana? Perché non si è investito per la ricerca di gas naturale nella Padania, nella Lucania e nel Mar Adriatico e Ionio?

Perché dopo il 2006 si è smesso di dialogare con la Libia e lasciato il campo al neocolonialismo Francese?

Perché si è svenduta l'Eni?

Partiamo con ordine! Eni dopo l’ingresso in Unione Europea, a causa della libera concorrenza, non poteva più comparire come società statale, la mala gestio nostrana ha ceduto al dictat Europeo svendendo e privatizzando una società che fino a qualche anno prima teneva testa alle Sette Sorelle. Lo Stato Italiano rimase comunque all’interno come socio della nuova società per azioni venutasi a creare come partecipata, dividendo e detenendo tutt’ora il 30% della società.


E da qui che si risale l’analisi in risposta delle altre domande; il crearsi di un Spa che, per sua natura, soddisfa i pochi soci ha portato Eni a cercare altri “lidi” più vantaggiosi nel brevissimo termine per trarre maggiore profitto rispetto alla “tecnica Mattei" e che quindi ha abbandonato la ricerca nel sottosuolo italico.

Da lì l’avvicendarsi di governi piegati ai dictat Europei hanno pian piano portato ad abbandonare i dialoghi con i popoli nord africani a favore di altre potenze europee, per avere i placet sul governo della Nazione.


Ed ora l’ultimo punto, perché siamo vittime delle oscillazioni di una borsa che decide in base ad agenti esterni quanto deve venire il prezzo di un bene primario come l’energia, e soprattutto perché dalla borsa di Amestradam. La risposta è pressoché logica: Amestradam, come tutta l Olanda, è un paradiso fiscale, ovvero una Nazione dove la tassazione è molto bassa e quindi le aziende pagano poche tasse, e che quindi permette alle medesime di fare extraprofitti che vengono messi in tasca dai soci delle aziende. Normale in un modo capitalistico come quello in cui viviamo, poco etico se si pensa ai valori fondativi dell'Unione che volevano un fratellanza tra le varie Nazioni aderenti al progetto per il sostentamento energetico in primis.


Ancora meno etico se tra le varie Spa che hanno la sede legale in Olanda c’è anche l'ENI, ovvero, per il 30%, lo Stato Italiano che nei primi 6 mesi di quest’anno ha fatto extraprofitti per 180 miliardi che non ha riservato ai cittadini che hanno pagato le bollette e che oggi sentono parlare di scostamenti di bilancio, cioè debito pubblico, per abbassare le bollette! Basterebbe riversare quei 180 miliardi nelle casse dei contribuenti e garantire alle famiglie italiane ed agli imprenditori di potere continuare a sopravvivere senza rinunciare ad un bene primario come quello energetico che differenzia una Nazione civile e sviluppata da un Paese sottosviluppato.


È ora che l'Europa dimostri di essere una confederazione di Nazioni sorelle che persegue il benessere di tutti perché come recita una vecchia canzone…

“Non sta all'Europa stabilire

Di che morte dobbiamo morire

Di che carta è la mia moneta

Ciò che permette e ciò che vieta

Ciò che ci sfama ciò che ci disseta

Se dai corpi di una Nazione

Nascono note di un vecchio inno

Di una vecchia canzone…”


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