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Con Cospito o con lo Stato?

di Francesco di Giuseppe



La domanda di Donzelli e l’intimazione di Travaglio tuonano ancora: state con Cospito o con lo Stato? Cospito sta ricattando lo Stato, che non vi si può piegare senza perdere la faccia. Il governo sta facendo la propria parte, dosando rigore e umanità, come dimostra il diritto alle cure per Messina Denaro. Chi invece non la sta facendo è il Pd, i cui esponenti si sono rivelati quanto meno oscillanti. Un passo indietro. Cospito si trova rinchiuso in carcere da 10 anni per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, fatto che risale al maggio 2012. Venne arrestato quasi subito (insieme a Nicola Gai) e rinchiuso in carcere. La condanna, diventata definitiva nel 2015, prevede una pena di 10 anni e 8 mesi. Nel frattempo, sulla sua testa è arrivata una nuova condanna a 20 anni per l’attentato alla scuola allievi dei Carabinieri di Fossano (Cuneo) e per aver guidato la Fai, Federazione anarchica informale, per cui è accusato di associazione per delinquere con finalità di terrorismo. La vicenda processuale della caserma di Fossano è piuttosto complicata: il reato era stato classificato come strage semplice e la condanna era arrivata, in appello, a 20 anni. La Corte di Cassazione, però, ha avuto da ridire e ha rinviato gli atti del processo alla Corte d’appello di Torino per un ricalcolo della pena, pensando dovesse essere più alta. Questo perchè secondo i giudici della Cassazione il reato giusto da contestare era quello di "strage politica", ovvero attentato contro la sicurezza dello Stato e non strage semplice come era stato fino a ora. È uno dei reati più gravi del codice penale ed esclude il condannato dall’accesso a qualunque beneficio. Quello che accade ora. Continuano a fiorire diversi esponenti italiani chiedono insistentemente al governo di revocare il 41 bis a Cospito, cedendo così di fatto ai ricatti che le piazze violente stanno perpetuando per far sì che ritorni a un regime carcerario ordinario: politici, giornalisti, scrittori, intellettuali, ma anche ex magistrati stanno compiendo nelle ultime settimane delle enormi pressioni affinché il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, tolga il carcere duro all'uomo condannato per tentata strage. Ma come ribadito dallo stesso Guardasigilli “Non è possibile cambiare le condizioni detenzioni in base allo sciopero della fame, perché se accedessimo a questa interpretazione ci troveremmo davanti le centinaia di mafiosi al 41 bis che attuando questa forma di protesta metterebbero lo Stato nelle condizioni di decidere come avremmo ipoteticamente fatto nei confronti di Alfredo Cospito". Lo Stato non tratta né con i mafiosi né con i terroristi, è lapalissiano, e non può agire sulla base di atti intimidatori, da chiunque provengano. Se la condanna di Cospito è ingiusta lo stabiliranno le sedi opportune che non possono né devono agire sotto pressioni esterne.




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