di Giuseppe Terone
Negli ultimi giorni gli aiuti militari all’Ucraina da parte degli Stati europei sono stati rinnovati.
Da parte dell’Italia, come ha dichiarato il Ministro della Difesa Guido Crosetto, gli aiuti hanno visto un importante incremento di forniture con materiale bellico avanzato al fine di difendere il territorio ucraino nei suoi punti strategici e civili da attacchi missilistici.
I titoli allarmisti sul tema come quelli del Fatto Quotidiano, non solo dimostrano una faziosità senza motivo ma anche delle posizioni inconcludenti come quelle irrealistiche (ma universalizzabili) dello stop all’invio di armi. In questo atteggiamento c’è l’occasione di scorgere un’importante differenza tra Destra e Sinistra: mentre la prima guarda il mondo per quello che è e propone qualcosa perché lo si migliori - o lo si conservi -, la seconda guarda al mondo per come dovrebbe essere e non attribuisce importanza alcuna a giudizi di fatto, a dadi tratti o a situazioni di pericolo che non rientrano nello scenario del mondo perfetto.
L’Italia continua ad aiutare l’Ucraina a difendersi perché è l’unica strada da percorrere se si vuole salvare l’Occidente. Il Ministro della Difesa è finalmente qualcuno che parla a chiare lettere. Possiamo dire che Crosetto si esprime secondo i canoni della dottrina Realista delle relazioni internazionali: non si astiene dal fare dichiarazioni di un certo peso come quella che ha rilasciato a “L’Aria Che Tira” su La7 a Mirta Merlino: “Pensi se gli aiuti finissero e se i russi arrivassero ai confini europei. Quello sarebbe l’inizio della Terza Guerra Mondiale”.
Analizzando il sistema di relazioni internazionali attuale quella del Ministro è una valutazione riassuntiva che poggia su solide basi di dottrina realista, nelle accezioni più o meno moderne:
1) Pesi e contrappesi: un sistema internazionale stabile si regge nel momento in cui le forze che si contrappongono riescono a controbilanciarsi, anche utilizzando forme diplomatiche come patti di influenze e rispetto di limiti territoriali (quindi sia in termini di soft power che di hard power).
2) Dilemma della sicurezza: gli Stati, come attori razionali ed unitari delle relazioni internazionali, si pongono come prima preoccupazione il dilemma della sicurezza, tenendo anche conto delle potenze nucleari e delle possibilità belliche collegate al nucleare nei possibili scenari.
3) Essendo il XIX secolo quello del conflitto tra nazioni e il XX quello del conflitto tra ideologie, il XXI è quello dei conflitti tra civiltà.
Lo studioso realista Huntington definisce otto civiltà, ciascuna con uno Stato-guida. Quelle che ci servono per questa analisi sono la civiltà occidentale (con gli USA alla guida), quella ortodossa (con la Russia a capo) e quella sinica (che risponde alla Cina). Tra queste civiltà possono scoppiare o conflitti tra Stati-guida (che si traduce in guerra mondiale) o conflitti di faglia, cioè conflitti ristretti a determinate zone che però richiamano l’attenzione di tutte le civiltà perché potrebbero tradursi in cambiamenti degli equilibri internazionali. Quello a cui noi stiamo assistendo in Ucraina è, di fatto, un conflitto di faglia.
La posizione assunta dal Ministro della Difesa, quindi, segue una linea perfettamente conscia del conflitto in corso.
La Russia ha forzato il meccanismo di pesi e contrappesi ed anche la NATO ha cercato a modo suo di forzarne l’equilibrio credendo di avere il coltello dalla parte del manico. A detta del Ministro, infatti, anche alcuni atteggiamenti NATO sarebbero da criticare.
Il dilemma della sicurezza se lo stanno ponendo tutti, per un motivo o per un altro: l’intera Europa partecipa alla difesa dell’Ucraina e tutto il mondo sa che un’escalation militare condurrebbe ad una Terza Guerra Mondiale.
Il Ministro Crosetto, infatti, ha ribadito che nessuno, in nessuna parte del mondo, desidera arrivare a tanto. Per salvare la situazione bisogna dunque salvare l’Ucraina: una Russia moderna alle porte d’Europa potrebbe essere ancor più minacciosa di un’Unione Sovietica degli anni ’80, il che comporta che tutti gli Stati ad essa più vicini come le Repubbliche Baltiche, la Polonia, la Romania e la Slovacchia si porrebbero in modo più drastico e meno disponibile rispetto al dilemma della sicurezza.
Il terzo motivo è quello più influente sulla situazione attuale. Il Ministro della Difesa italiano è stato definito “uno sciocco raro” da Medvedev perché Crosetto auspicava ad una Russia amica dell’Occidente. In realtà quello che immaginava Crosetto era un equilibrio internazionale al quale la Russia avrebbe contribuito come garante ed amico dell’Occidente. L’errore più grande dell’Occidente è stato proprio quello di lasciare che la Russia si facesse influenzare dalla Cina e da voglie di egemonia post-sovietiche. Lo studioso precedentemente citato, Huntington, sosteneva che per creare un nuovo sistema internazionale che funzionasse non bisognasse innanzitutto dar credito alle visioni multiculturaliste che avrebbero condotto solo ad ulteriori conflitti, ma che inoltre bisognava includere la Russia nel mondo occidentale, strapparla alle tentazioni della Cina e piuttosto far sì che potesse cambiare per davvero come Paese sotto tutti i punti di vista.
È tardi per parlare di quello che si sarebbe dovuto fare: gli Stati Uniti, paese guida della civiltà occidentale, non l’hanno fatto. A termine di questo conflitto di faglia, dipendentemente da come sarà finito ma non solo, il loro ruolo di Stato-guida sarà senz’altro messo in discussione. A metterlo in discussione deve essere l’Unione Europea, che deve prendersi una parte da protagonista nel mondo che verrà.
Lo stesso Ministro Crosetto, dopo un incontro con il suo corrispettivo francese Lecornu, ha detto che in questi giorni si respira aria di un’Europa diversa, più compatta, che si muove finalmente su linee comuni. Al momento il ruolo di principale interlocutore diretto con Putin lo ha il cancelliere tedesco Scholz ma noi, nel frattempo, possiamo essere fieri di avere dalla nostra parte un Ministro della Difesa finalmente competente.
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