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Ecologisti da perderci la testa - I disastri artistici ed i blocchi del traffico di Ultima Generazio

di Ilaria Telesca


“Disobbedienza civile nonviolenta”, la chiamano.


Deturpare il nostro patrimonio artistico e culturale, a quanto pare, nel 2023 può riassumersi in queste tre parole messe l’una accanto all’altra, senza alcun nesso logico né alcuna pratica correlazione.


I membri di Ultima Generazione, come i loro colleghi del Fridays For Future, si dimostrano dei casinisti senza alcuna prospettiva, bravi ad esporre slogan irrealizzabili ed inefficaci, a cui hanno aggiunto delle azioni anarchiche di puro vandalismo.


Ultima Generazione fa parte della rete A22, un gruppo di progetti che teoricamente hanno il compito di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze dovute al riscaldamento globale.


Il loro sistema di finanziamento, come da loro stessi annunciato, fa capo al Climate Emergency Fund (Cef), che per il 90% è a sua volta finanziato da privati, dei filantropi che sarebbe utile analizzare.


Stiamo parlando, infatti, di grandi miliardari americani, come Aileen Getty, nipote di Jean Paul Getty, uno dei più importanti magnati del petrolio, o come Trevor Neilson, fondatore di WasteFuel, società che produce combustili rinnovabili, nonché stretto collaboratore di Bill Gates.


Anche George Soros avrebbe finanziato uno dei partner del Cef, il movimento Extinction Rebellion, ma è l’unico donatore del quale non era specificato, nel database di XR, l’importo devoluto.

Sappiamo tutti chi è Soros, padrino della Open Society Foundation, il mostro economico che, con lo scopo di promuovere una società a stampo capitalistico fondata su liberismo e liberalismo, ha finanziato ogni colpo di stato e ogni rivoluzione degli ultimi trent’anni per destabilizzare i nemici del “pensiero unico”.


Solo il 10% dei finanziamenti, quindi, deriva dalle donazioni dei cittadini che i membri di Ultima Generazione dicono di riuscire a sensibilizzare con le loro iniziative di devastazione.


L’ennesima dimostrazione del fatto che l’ambientalismo senza lotta di classe è mero giardinaggio.


Questi atti vandalici non fanno altro che allontanare l’opinione pubblica dal tema, certamente fondamentale, ma che andrebbe trattato con razionalità e visione.


L’ambiente e l’eredità artistica e culturale sono estremamente collegati tra loro, in una concezione comune di conservazione.

Lottare per la protezione dell’ambiente è un principio che si sposa perfettamente con la custodia del patrimonio, e in quest’ultimo tutto è incluso, ecosistema compreso.


Così si dimostra il paradosso di tutte quelle associazioni pseudo progressiste che portano avanti delle battaglie dimenticando i principi cardine delle stesse.


Persino il Partito Democratico, nella figura del sindaco di Firenze, si è trovato obbligato a contrastare questo fenomeno che di progressista e di razionale ha ben poco, sottolineando che per ripulire Palazzo Vecchio sono stati consumati più di 5000 litri d’acqua.

Tutto questo in un periodo di preoccupante siccità e a causa di un blitz cosiddetto “ambientalista”.


Se loro credono di essere l’Ultima Generazione, allora noi siamo fieramente la Penultima, perché dopo di noi ce ne saranno altre ed è per loro che ci impegniamo ogni giorno, perché il nostro compito è quello di apprendere, di agire e, infine, di trasmettere, azioni per cui è impensabile comportarsi in maniera irragionevole come questi anarco-teppisti.


Diciamo di voler salvaguardare l’ambiente e l’ecosistema per noi e per le generazioni future: cosa potremmo mai lasciar loro buttando della salsa di pomodoro su un dipinto di Botticelli, versando liquido nero nella Fontana della Barcaccia o bloccando il Grande Raccordo Anulare costringendo una donna che deve fare la chemio ad urlare “abbiate pietà” pur di arrivare in tempo in ospedale?


Saremo forse dei romantici, ancora innamorati della Bellezza;

comunque vogliate chiamarci, ci schiereremo sempre contro chiunque decida di apportare danni alla nostra Patria e alla nostra Tradizione.


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