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Fa più rumore una Comunità che cresce di un albero che cade - A Paolo Colli

di Gianpaolo Zurma


Chi ha detto che la tutela dell’ambiente è una prerogativa della sinistra? Negli ultimi anni, le tematiche legate alla tutela del nostro ecosistema sono entrate nel centro del dibattito politico, universitario e liceale. Celebre è stato il fenomeno delle “marce sul clima” di Fridays For Future. Tra le tante accuse della sinistra c'è quella di non avere una visione chiara sulle politiche ambientali. Ma siamo sicuri che sia vero? La figura di Paolo Colli dimostra tutto il contrario. Poldo, come veniva chiamato in Sezione, era militante del Fronte della Gioventù, un pensatore libero ed un vero ecologista. Durante la sua vita si rese protagonista di tantissime battaglie a difesa della Natura, per cui spese tempo ed energia, senza mai chiedere nulla in cambio. Spinto dalla profonda necessità di parlare d'ambiente, Paolo, decise di fondare, insieme ad un manipolo di militanti, Fare Verde, l'associazione di ecologisti che ancora oggi si batte per la difesa della Natura. Paolo Colli era un Militante coraggioso e determinato, al punto da prendere parte alle iniziative umanitarie internazionali a favore delle popolazioni della Nigeria e del Kosovo. Proprio in Kosovo si ammalò di leucemia, probabilmente a causa delle munizioni all'uranio impoverito, un male che gli costò la vita. Per amore della vita, della Nazione e dei giovani, nelle ultime due interviste Colli lanció un monito nei confronti delle future generazioni, frutto dell’odio e della violenza politica che aveva combattuto durante la sua esistenza, in una delle fasi più buie della storia italiana: “Non voglio più sentire in Italia la parola nemico. Neanche al mio peggior nemico direi: 'sei il mio nemico'.”


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