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Hub energetico "Piano Mattei": è l'ora dell'Italia Sovrana

 di Jacopo Tagliati Italia e stati del nord Africa: un connubio che negli ultimi anni ha fatto storcere il naso ai più.


L’incapacità di fermare le rotte migratorie di migliaia di disperati provenienti dall’Africa sub sahariana e la totale assenza di un decisivo ruolo italiano nel gestire la recente crisi libica, hanno portato la nostra Nazione ad incrinare sempre più i rapporti con la parte più vicina a noi del continente africano.


Colpevoli di ciò sono sicuramente gli inconcludenti governi susseguitisi negli ultimi dieci anni, i quali hanno rivolto la loro attenzione quasi sempre a Bruxelles e a Washington dimenticandosi che l’Italia, sino a prova contraria, è ancora uno Stato Sovrano e, per questo, totalmente libero di perseguire una propria politica estera. Esemplare è il fatto che un ministero centrale come quello degli esteri sia stato affidato negli ultimi 3 anni ad una figura politica quale quella di Luigi Di Maio (a voi i commenti). Come sappiamo, l’aria è però cambiata dal settembre scorso.

Con la nascita del nuovo Governo Meloni l’Italia è da subito sembrata una Nazione diversa a livello esterno, guidata da un leader forte, con un ampio sostegno popolare e che ha dimostrato con azioni concrete il patriottismo che lo contraddistingue nelle fondamenta.


Dopo la graditissima visita “di Natale” al contingente militare italiano in Iraq, Giorgia Meloni, ha voluto inaugurare l’anno con un incontro bilaterale della massima importanza.


Il nostro Presidente del Consiglio si è infatti recato in Algeria per discutere di energia, gas e opportunità di sviluppo industriale con il suo collega e leader algerino Abdelmajid Tebboune. Algeria, è bene ricordarlo, che è divenuta il primo fornitore di gas naturale per l’Italia dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino. Dopo gli incontri con il primo ministro algerino Tebboune, il Presidente Meloni ha firmato un memorandum d’intesa per la cooperazione spaziale e, unito a ciò, è stato trovato l’accordo grazie al quale ci sarà un sostanziale incremento delle importazioni di gas algerino verso lo stivale arrivando a progressivamente a 35 miliardi di metri cubi di gas annui dagli attuali 20.


Insomma, gli accordi stretti con Algeri, riguardanti anche l’automotive, turismo e cantieristica navale, rientrano nel quadro di quel progetto che Giorgia Meloni vuole perseguire e portare a compimento nel corso della legislatura vigente, cioè il “Piano Mattei”. Vi è dunque un filo conduttore diretto con il passato e con quel “Piano Mattei per l’Afica” che lo stesso  Enrico Mattei, fondatore dell’Eni, aveva ideato tra fine anni ’50 e inizio ’60. Il tutto pensato (all’epoca) per instaurare rapporti economici diretti con gli stati del nord Africa ricchissimi di petrolio e gas e mettere in scacco il potere quasi monopolistico delle sette sorelle statunitensi[1]. Il Presidente, guardando ai principi sottostanti al piano, vuole dunque trasporlo ai giorni nostri facendo dell’Italia un vero e proprio “hub” di approvvigionamento per il gas da cui dipenderanno tutti gli stati europei. In parole povere, tutti gli impianti con il quale il prezioso liquido giungerà in Europa, passeranno dall’Italia. Ergo, l’Italia potrà godere di prezzi migliori rispetto agli altri stati del vecchio continente e sarà possibile, attraverso il rafforzamento della rete di trasporto del gas proveniente dall’Africa, creare nuovi impianti e migliaia di nuovi posti di lavoro. Il tutto con accordi che prevedono una maggior attenzione all’ambiente e alla riduzione progressiva dei consumi. Dunque, perseguendo questo cammino da poco intrapreso, l’Italia potrà finalmente sfruttare la sua collocazione geografica per tornare ad essere uno Stato forte, realmente Sovrano e che persegue fieramente i propri interessi personali senza piegare la testa davanti a nessuno. La rotta è tracciata. Ad Maiora! [1] L. Giordano, Enrico Mattei. Costruire la sovranità energetica: dal gattino impaurito al cane a sei zampe, Giubilei Regani, 2022.


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