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I giovani sono davvero dei rammolliti?

di Nicola Raduazzo

Ma davvero i nuovi giovani sono una massa di rammolliti e bamboccioni?


Ormai molti bambini e ragazzi non sanno andare più in bicicletta o sui pattini a rotelle o – addirittura – non sono più in grado di fare le capriole. Ma perché tutta questa debolezza ed apatia?

Per molti è colpa dei genitori, dei videogiochi, dei troppi compiti scolastici che costringono gli studenti a stare intere ore seduti ad una scrivania.  Forse la colpa è del sistema sempre più deviato e meno meritevole; meno dediti alla curiosità, gli adolescenti reputano che andare in bicicletta è per bambini, i veri ragazzi di oggi devono avere la Play Station appena uscita in commercio, o similmente l’ultima tipologia di IPhone, per poi trovarsi – sembra un ossimoro vivente - con i propri amici o con dei veri sconosciuti a giocare insieme online. Anni fa a fare scalpore fu la nascita di istituti in Cina per insegnare ai ragazzi ad essere dei “veri e propri” uomini. Ma forse abbiamo bisogno di essere rieducati ad essere uomini, persone vere, civili e non dei dementi. Forse è il tempo di riportare nelle scuole la vera Educazione Fisica. È il tempo di far ragionare davvero i ragazzi senza illuderli con dei falsi miti. I ragazzi non passano più del tempo a leggere, la propria fantasia è molto ridotta, non si sa più interpretare un testo, scriverlo, inventare storie. Probabilmente i ragazzi che hanno più fantasia sono quelli del Meridione ma lì è una questione di DNA. Giovanni Gentile, filosofo e pedagogo italiano del XX secolo, sosteneva che l’educazione dei più giovani debba essere finalizzata alla formazione di individui forti, capaci e responsabili, in grado di adempiere al loro ruolo nella società nello Stato. Provate oggi a consigliare e sostenere un metodo pedagogico del genere, sareste presi per pazzi, perché le menti giovani di oggi sono deboli, hanno bisogno sempre di comprensione e mai di imparare a ragionare. Inoltre, per Gentile, nella “teoria dell’attualismo”; l’individuo è un essere attuale, in continua evoluzione, che si forma e realizza solo tramite l’azione (non di Calenda, ovviamente). Purtroppo il nostro caro Giovanni venne accusato di avere una visione troppo autoritaria dell’educazione. Oggi ne vediamo i frutti, ragazzi deboli e fragili, timorosi di ogni cosa; vengono davvero coperti da quel celebre “Velo di Maya” perché la realtà può provocargli traumi. Forse rieducare la società alla realtà sarebbe necessario. Le politiche giovanili messe in atto fino ad ora dalla sinistra e dai pentastellati, non hanno portato migliorie, anzi hanno accentuato il nostro lato da rammolliti; tra soldi concessi per stare in casa e lassismo in rave illegali è quasi ora di dire basta alle libertà nocive. È il momento di far capire ai ragazzi che non si scende in piazza solo per chiedere diritti ma soprattutto per rivendicare i propri doveri; di cittadini, di uomini e di donne, di lavorati e di persone del domani. Alla fine i giovani di oggi non sono dei rammolliti, alcuni lo sono realmente, ma i più fanno finta di esserlo, perché conviene; conviene cogliere ogni opportunità pur di non fare nulla, conviene incolpare la destra di essere ingiusta, conviene continuare a sostenere cose illecite poiché ormai tutto è concesso e nulla è vietato, forse la normalità ci verrà vietata.


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