di Jacopo Tagliati
Vili. Deplorevoli. Codardi.
Questi aggettivi non sono sufficienti per poter descrivere quei “soggetti” che giovedì scorso si sono resi protagonisti di una duplice azione dimostrativa nella città di Bologna. Due azioni che mi hanno lasciato di stucco e che vale la pena raccontarvi.
Prima, in un delirio di onnipotenza che li ha portati a considerarsi alla stregua di giustizieri alla Robin Hood, hanno pensato bene di inondare di vernice rosa un supermercato in centro che, a detta loro, rappresentava “l’apoteosi del lusso” e il luogo dove “va a fare la spesa chi c’ha i soldi”. Litri e litri di colore versato sulle porte del supermercato e sulle pareti adiacenti, nemmeno a farlo apposta, di un palazzo storico. Per chiudere in bellezza uova e frutta semi marcia lanciata ad ornamento del loro squallido scempio. Come non citare poi le argute sentenze sparate dal loro megafono turbomarxista:
“La crisi la devono pagare i ricchi. Noi vogliamo mangiare bene, vogliamo vivere bene, vogliamo il lusso!”.
Esatto, avete letto bene. Una protesta contro il lusso perché quest’ultimo se lo possono permettere gli altri, non loro, e per questo frignano e se la prendono come sempre contro la società. Insomma, il classico ragionamento che avvalora la tesi secondo la quale questi hanno fumato così tanta merda nella loro vita che anche il loro ultimo neurone ha deciso di chiedere asilo politico nelle più appropriate terga.
Non contenti di questa poracciata hanno deciso di indire una manifestazione serale, guarda caso non autorizzata, contro il neo-governo e il suo nuovo Primo Ministro. Durante questa adunata oceanica è anche apparso un manichino ritraente Giorgia Meloni appeso a testa in giù, con una corda stretta al collo, ad indicare il cappio che le verrà messo dalla resistenza arcobaleno. Sotto a questo fantoccio centinaia di persone a gioire e ballare per celebrare la macabra rappresentazione.
Brividi.
Dopo aver visto questa scena chiunque abbia un po’ di senno ha sentito gelare il sangue nel proprio corpo. Lascia davvero esterrefatti vedere che nel 2022 ci siano ancora centinaia di persone che vogliono far tornare indietro le lancette del tempo senza nemmeno l’intento di nascondere le proprie intenzioni. Un continuo sputare odio da ogni poro e ribollire di rabbia poiché davanti a loro si staglia un nemico di cui non potranno mai contemplare l’esistenza e che manterrà viva e vegeta la loro ulcera: la democrazia.
Ma in fin dei conti noi già lo sapevamo e già li conoscevamo. Sono sempre gli stessi che sono venuti a menarci davanti alla facoltà di lettere nel maggio scorso poiché stavamo festeggiando il nostro risultato elettorale alle elezioni universitarie. Sono sempre gli stessi che in questi mesi hanno occupato intere palazzine di Bologna per protestare contro il problema affitti in nome della loro fottutissima “vita bella” privando centinaia di studentesse e studenti di un letto che gli spettava di diritto. Sono sempre gli stessi che osannano i loro amici, i quali hanno cercato di impedire un convegno alla Sapienza.
I soliti noti. I soliti scaccia galline antifascisti dei collettivi. I soliti che, a loro insaputa, verranno travolti da un’onda che li coglierà alla sprovvista e li metterà a tacere una volta per tutte: la storia.
P.S. Spero mi perdonerete il turpiloquio, ma davanti a chi ti augura la morte due parolacce non sono nulla a confronto.
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