top of page
Cerca
Immagine del redattoreRedazione

Il coraggio che fa paura - Intervista ad Emanuele Merlino

di Alessio Moroni



La storia di Ermenegildo Rossi mi colpì molto sin quando lessi dell’accadimento nel 2011. Allora ero poco meno che un adolescente, eppure restai sin da allora impressionato dal coraggio di un uomo che – in un momento altamente critico – compì un notevole gesto eroico, non solo per sé ma per tutti coloro che si trovavano ostaggio sull’aereo dirottato. Gesta che poi in Italia sono passate in secondo piano, Nazione sin troppo nichilista e poco abituata a celebrare coloro che invece, abbandonano le normali peculiarità umane per diventare qualcosa di più, modelli di ispirazione che trascendono l’uomo comune. Per tali ragioni appena ho saputo che la nuova pubblicazione del Dott. Merlino sarebbe stata dedicata proprio a Rossi, non ho esitato nel chiedere un’intervista su questo libro, per conoscere ancor meglio l’accaduto e per sottolineare ai lettori di Magnete che, in un’epoca nella quale Iron Man, Spiderman e Batman monopolizzano i botteghini cinematografici, c’è spazio anche – e soprattutto – per eroi in carne ed ossa.

 


Dott. Merlino, il suo libro tratta della storia di Ermenegildo Rossi, medaglia d’oro al Merito civile, che come affermato nel titolo del libro è un eroe il cui coraggio fece paura all’Italia. A cosa si deve questa paura? E come mai nel corso degli anni è stato dimenticato da larga parte dell’opinione pubblica? La vicenda di Ermenegildo Rossi è emblematica di un una Nazione che troppo spesso ha paura della propria grandezza. Abbiamo un sistema mediatico che molte volte sembra preferire il racconto di tutto quello che sminuisce gli italiani quasi affermando che sia normale essere miseri e miserabili quando, invece, noi abbiamo una storia di eroismo e delle eccellenze incredibili di cui dobbiamo essere orgogliosi. Nel resto del mondo la storia di un uomo che rischia la vita per salvare quella degli altri sarebbe già un film. Noi abbiamo dovuto aspettare undici anni per avere un libro che ne racconta la vicenda.

Ci può raccontare meglio i momenti nei quali Rossi trascese il suo essere “semplicemente” un uomo e divenne un eroe? Il 24 aprile del 2011 è Pasqua eppure l’aereo Alitalia AZ329, decollato da Parigi per Roma, ha circa 140 passeggeri. Sono quasi le 21. Un volo come tanti altri. All’improvviso qualcosa va storto. Un uomo si alza armato di un coltello con 10 cm di lama, dopo averlo messo al collo di una hostess chiede di dirottare l’aereo a Tripoli. La sorpresa paralizza tutti. Tutti tranne lo steward capocabina Ermenegildo Rossi, che, ritrovata la lucidità, propone al dirottatore di prendere lui come ostaggio e poi, al rifiuto di questi, lo convince a spostarsi in area business. Mentre indietreggia il dirottatore colpisce un bracciolo e sorpreso gira la testa all’indietro. È l’occasione che Rossi aspettava. Gli salta addosso e dopo una colluttazione lo rende inoffensivo salvando l’hostess e i passeggeri. Sceso a Roma come un eroe, dopo sei lunghissimi anni ottiene la Medaglia d’Oro al Merito Civile. «Dipendente della Compagnia di Navigazione Alitalia, con pronta determinazione e straordinario coraggio, durante il volo non esitava ad offrirsi al posto di una hostess presa in ostaggio da un uomo armato di coltello, al fine di dirottare l’aereo. Successivamente, approfittando di un passo falso dell’uomo, riusciva a disarmarlo e a bloccarlo con l’aiuto di alcuni passeggeri. Splendido esempio di generoso altruismo e di solidarietà umana.»

C’è ancora spazio nel mondo attuale per gli eroi? Certamente! La stessa storia di Ermenegildo dimostra che senza il suo gesto eroico probabilmente il tentativo di dirottamento sarebbe finito in tragedia. E quanti sono quelli che non si arrendono alle avversità e le affrontano per un bene superiore? Gli eroi esistono e vanno raccontati perché solo così ne possono nascere altri. A me piace ribaltare la famosa frase di Bertold Brecht, “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”, in “benedetta quella che ne ha così tanti” perché ci dà la speranza che l’amore per gli altri, che è la vera forza degli eroi, non morirà mai.

Il libro presenta la prefazione di Giorgia Meloni. Ritiene che con il nuovo Governo figure come quella di Ermenegildo Rossi e Norma Cossetto – ragazza martire raccontata numerose volte nelle sue attività professionali – possano ricevere il plauso e gli onori che meritano o ritiene che nemmeno il governo può cambiare la cultura nazionale? Io ho molta speranza. Non solo nelle capacità del governo ma anche nel terreno fertile che so esistere. Al cinema i film più visti sono quelli che narrano gli eroi, reali o inventati che siano, e quindi esiste un’attenzione che va solo stimolata. Esistono così tante vicende da cui trarre spunto che potremmo creare centinaia di serie televisive, di film, di mostre, di spettacoli teatrali, di opere letterarie. Questo libro, e la prestigiosa prefazione che lo apre, è una tessera di un mosaico che potremmo chiamare: nuovo immaginario italiano.  Va realizzato ma io già me lo prefiguro.

L’ultima parte del libro è un’intervista a Ermenegildo Rossi: cosa le resta, personalmente, di quella discussione? L’orgoglio di aver contribuito ad aver raccontato la sua vicenda e la forza d’animo di chi non si arrende. Lui è una gran persona: umile ma di carattere forte, buono e coraggioso, allegro anche se la sua storia ha tanti aspetti cupi che stupiranno il nostro lettore. Ma, più di tutto, mi ha lasciato una luce di speranza che, in tempi bui e difficili come questi, vale più di un tesoro.



731 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page