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Il primo degli ultimi o l'ultimo tra tanti?

di Nicola Antonio Raduazzo


L’ultimo tranello della sinistra radical chic sembra essere stato smascherato prima di ogni previsione, a distanza di nemmeno un mese dall’insediamento dell’attuale governo. Un volto caro a Saviano, Damilano, Fratoianni e compagni vari ha perso la propria maschera.


Aboubakar Soumahoro; parlamentare, sindacalista ed ora difensore del “diritto alla moda e all'eleganza”, ha visto le cooperative della propria famiglia finire sotto indagine per irregolarità.

L’uomo entrato in Parlamento con delle calzature poco confacenti al luogo, è stato uno dei depositari di una proposta riguardante l’ «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati»; cioè situazioni simili a quelle che denunciano i lavoratori delle coop della moglie e della suocera di Soumahouro. Come un antico proverbio ci insegna: “è il bue che dà del cornuto all’asino”.


Il caso però non è del tutto nuovo. Un altro paladino dei diritti e degli ultimi, un'altra testa di punta della sinistra, finito sotto accusa per l'opposto, lo sfruttamento dei più deboli e degli immigrati è Mimmo Lucano, sindaco di Riace, assurto a modello di integrazione degli immigrati e uomo-immagine del fronte progressista prima di scoperchiare anche il suo vaso di Pandora.

Vaso per vaso, anche quello del nostro Soumahoro sembra pian piano estrarre tutti i lati negativi di questo falso santo.


In un video pubblicato sulle sue pagine social, con dei lacrimoni invisibili agli occhi asserisce che si è da sempre battuto per i diritti e che – soprattutto – “lotterà contro i dipendenti dei suoi genitori”, forse un lapsus, ma ricordiamo che proprio Freud disse che “lapsus”: «indica i casi in cui, commettendo un errore involontario nel parlare, una persona rivela le proprie reali intenzioni o idee».


Il deputato si fida di sua moglie, tanto che chiedendole delucidazioni riguardo la mancata retribuzione degli stipendi ai dipendenti, lei gli aveva risposto che era semplicemente dovuto al ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione che dava l'appalto: «Per me era una risposta sufficiente» - dirà in seguito il sindacalista.

Un politico che non sa cosa succede a casa sua non è credibile in casa di altri. La cosa che crea ancora più scalpore è il silenzio di Sinistra Italiana, cioè il partito che l’ha candidato; forse questo silenzio dovrebbe farci riflettere. Se al posto di Aboubakar Soumahoro ci fosse stato un bianco, di destra semmai, la cosa non sarebbe passata inosservata nelle fazioni politiche in cui ora il silenzio è sovrano. Ed è questo a far riflettere, il bigottismo, l’ipocrisia, di persone che si ergono a paladini della giustizia, a moderni santi la cui missione di facciata è aiutare gli ultimi, ma che in realtà sono altro, sono pronti a chiudersi nell’omertà quando ad essere toccati sono i loro simili, i loro affiliati.


Adesso la "punizione" sarebbe quella di non far parte del gruppo parlamentare dei Verdi, ma di passare nel Misto. Non un grande sacrificio. Tutti i privilegi e i benefit dello status di parlamentare, a partire dallo stipendio da deputato, non vengono affatto autosospesi, ma gli restano in tasca. In attesa di far luce su quello che accadeva nelle coop di famiglia, anche senza una commissione parlamentare di inchiesta.


Il nostro augurio è che possa esserci chiarezza in questa situazione, e che avvenga davvero giustizia per quei poveri uomini sfruttati da tutt’altro che brave persone.




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