di Maria Vittoria Giglio
“Ond’elli a me: «Se Castore e Poluce
fossero in compagnia di quello specchio
che sù e giù del suo lume conduce,
tu vedresti il Zodïaco rubecchio
ancora a l’Orse più stretto rotare,
se non uscisse fuor del cammin vecchio”.
È così che Virgilio ha spiegato al Sommo Poeta il sorgere del sole, nel quarto canto del Purgatorio.
Un astro che cento giorni fa ha giurato di brillare e di far leva sulle inibizioni, derivate da anni di governi impopolari, pastrocchi di palazzo e oltraggi allo spirito repubblicano impartito in ogni libero cittadino.
A prescindere dalle coincidenze geografiche a cui molti studiosi, anche prima dell’Alighieri, si erano puntualmente avvicinati, è risaputo che, laddove loro garantivano disparità, noi abbiamo restituito giustizia; quando appiattivano il sistema meritocratico nelle scuole, noi, invece, lo abbiamo esaltato, anche forti del dettato costituzionale; nel momento in cui lorsignori si riempivano la bocca di belle parole, su principi che a loro non si confanno per niente, andando a Bruxelles con le borse piene di denaro pubblico, noi abbiamo punito eventuali, poi smentite, correnti nostalgiche all’interno del partito.
In definitiva, mentre i codardi guidano gli impotenti nell’oscurità dell’accettazione supina, noi offriamo terreno fertile sul quale rendere consapevoli gli spauriti di ieri, pertanto, il sole è sorto, spunta e si leverà sempre a destra!
Auguri per i primi, di una lunghissima serie, cento giorni di trasparenza.
“Fiat lux”
Et lux facta est!
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