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Il trionfo del Bene sul Male - Omaggio al giorni in cui la storia della nostra Europa cambiò

di Jacopo Tagliati


Immagina di vivere da anni in una casa che non è tua.

Immagina di prendere uno stipendio e di poterlo spendere solamente nel modo che va a genio allo stato.

Immagina di avere un lavoro che ti hanno imposto senza che tu potessi fiatare.

Immagina di poter guidare solamente un’auto che è un’accozzaglia di ferri vecchi.

Immagina di poter viaggiare solo nel tuo paese togliendoti dalla mente ogni singola possibilità di raggiungere posti a te cari quali Monaco, Parigi o anche solo la casa della tua vecchia zia che abita nella parte est della tua città: Berlino.

Immagina che la sola forza, la quale ti spinga ad andare avanti sia quella dell’amore nei confronti dei tuoi figli e della tua consorte che, con te, condivide lo stesso destino.

Immagina di dover per forza avere una tessera rossa in tasca per poter mangiare, lavorare, spostarti e quindi vivere.

Immagina, nonostante tutte queste atrocità, di avere uno stato alle tue spalle che non si fida di te e il quale riempie la tua casa di microfoni e microspie per ascoltare ogni singola parola che tu ed i tuoi cari pronunciate, privandoti così anche della sacra intimità familiare.


Sì, immagina. In fondo tu, ed io con te, lo possiamo fare perché abbiamo avuto la fortuna di nascere dalla “parte buona” della storia, o meglio, del muro. Non abbiamo quindi bisogno di ricordare queste cose poiché non le abbiamo vissute sulla nostra pelle.

Abbiamo infatti quella fortuna che molti giovani, non molto tempo fa, non hanno avuto. A loro è di fatti toccato un destino beffardo fatto di soprusi, privazioni e sogni infranti causati da quel male classificabile come il peggiore tra tutti quelli partoriti dall’intelletto umano: il comunismo. Potrà sembrare scontata come affermazione ma a pensarci bene non lo è affatto. A milioni di persone (che avremmo potuto essere tranquillamente noi) è mancata per anni la cosa forse più importante per ogni essere umano: la libertà.


Esisteva infatti solo lo stato e la sua causa “liberatrice dei popoli oppressi” da portare avanti ad ogni costo. Un concetto identificabile come un ossimoro a tutti gli effetti e che ci strappa un sorriso dal sapore amaro se si ripensa a quello che esso ha portato con sé.


La storia ci ha però insegnato che nulla rimane come è e tutto, prima o poi, cambia. Anzi, crolla.

Non c’è uomo di potere, stratega militare o riformatore illuminato che possa reggere davanti alla dirompente forza della storia che avanza.


E così è stato anche per quel decrepito fantasma dell’Unione Sovietica, imploso sotto il peso dei suoi fallimenti storici e sociali. Da qui in poi, per milioni di persone, si è finalmente tornati alla vita di una volta, quella normale, quella scandita da una quotidianità fin ad allora inimmaginabile.

Se ciò è avvenuto, lo dobbiamo anche ai tanti ragazzi e alle tante ragazze che hanno deciso di ribellarsi e trovarsi in gran numero davanti a quel maledetto muro nella notte del 9 novembre. La loro vittoria, con il conseguente crollo del muro, ha significato il ritorno della speranza, dell’unione del popolo tedesco e della vittoria inesorabile del bene contro il male.

Per queste, e per altre mille ragioni, oggi gioiamo nel ricordare questo avvenimento così importante il quale ha lasciato un segno indelebile per la nostra Europa, permettendole di tornare finalmente unita e scevra dalle catene del comunismo.


In nome della libertà, oggi ricordiamo quel giorno di 33 anni fa nel quale la migliore gioventù impugnava il proprio destino e, trasformando gli ideali in azione, scriveva una delle più belle pagine della storia.


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