di Jacopo Tagliati
È domenica mattina, sono circa le 6. Io e un mio amico dell’università siamo in attesa del treno che ci riporti a Forlì dopo aver appena trascorso la serata a Rimini per vedere un concerto con diversi artisti e festeggiare gli esami appena dati. Il treno arriva semi puntuale. Saliamo e ci rendiamo subito conto dell’affollamento di quest’ultimo dovuto (scopriremo in seguito) alla notte rosa di Riccione appena conclusa. Inizia il viaggio e, nella ressa interna, mi accorgo che c’è un ragazzo extracomunitario di circa la nostra età che sta seduto in terra con la schiena appoggiata alle porte automatiche del treno. Tutto (quasi) normale viste le circostanze mi viene da pensare. Qualche minuto dopo mi accorgo però che un altro ragazzo (che intravedo appena) gli passa furtivamente qualcosa. Non so cosa sia ma lo immagino, spero tuttavia che il mio presentimento sia errato. Invece, pochi secondi dopo, il ragazzo conferma quanto pensavo: estrae il telefono dalla tasca, lo rivolge dalla parte dello schermo, estrae il contenuto della bustina appena giuntagli, lo mette in rigoroso ordine con una carta plastificata non ben identificata e, con una non calanche da far invidia ai più freddi rigoristi di serie a, SNIFFA della cocaina davanti ai nostri occhi e a quelli di decine di altri passeggeri. Nemmeno trenta secondi dopo il treno ferma alla stazione di Cesena e l’energumeno (di cui non specifico l’etnia) scende e se ne va.
La scena lascia me e il mio amico esterrefatti. Una volta scesi dal treno a Forlì torniamo a casa ripensando a quanto abbiamo visto e a quanto ci facciano schifo persone del genere che non nutrono un minimo di rispetto per il paese che li ospita.
Qualche ora dopo mi sveglio e, fatta colazione, guardo le principali notizie. Scopro che una ragazza di soli quindici anni è stata derubata e picchiata la sera precedente a Riccione da una baby gang formata da ragazzine della sua età. Il tutto è documentato da un video che lascia l’amaro in bocca sia per la brutalità del pestaggio, sia per il mancato intervento di tutti i presenti. La ragazza racconta poi ai Carabinieri che, mentre avveniva il fatto, sentiva alle sue spalle un coro di ragazzini urlanti “Riccione come Africa”.
Mi gela il sangue.
Nemmeno a farlo apposta, alla sera, un amico di Bologna invia su un gruppo WhatsApp alcuni video relativi al sovraffollamento della stazione di Riccione la sera prima. In uno di questi si vede un giovane extracomunitario vestito con una sorta di tunica bianca che grida allegramente “Dio è grande!” in arabo e dall’altra parte del binario decine di coetanei rispondono al “grido” ripetendo a squarciagola la frase. Una bella manifestazione di fede potrebbero credere alcuni, peccato che fosse mattina presto e ci si trovasse in un luogo di lavoro quale una stazione ferroviaria, non in una moschea!
Tutti questi avvenimenti in una sola giornata dubito siano un caso e, francamente, mi fanno sorgere spontanea una riflessione. Tutti questi ragazzini e ragazzine, nati e cresciuti in Italia e i quali stanno frequentando la scuola italiana fin dall’inizio, hanno forse mai sentito la parola rispetto? Hanno forse mai sentito la parola educazione? Hanno forse mai avuto qualcuno che spiegasse loro la fondamentale osservanza delle regole di uno stato straniero che li accoglie e li aiuta sin dalla nascita? Forse no…
E forse è proprio per questo che si comportano così, come se per loro le regole non valessero e come se fossero al di sopra di tutto e di tutti con atteggiamenti aberranti e che farebbero indignare chiunque. Perciò mi viene da lanciare un monito: attenzione, Italia! Attenzione perché queste situazioni stanno divenendo sempre più comuni (basti solo pensare alle baby gang che infestano la mia città di Parma e la città di Brescia) e chi governa queste città spesso fa finta che tutto ciò non accada foderandosi gli occhi di prosciutto. Così facendo però non si risolve il problema e anzi si fa sì che si ingigantisca ancor di più.
Pertanto, il tanto amato Governo dei Migliori e le varie amministrazioni comunali (qui mi viene in mente Bologna), dovrebbero capire che certi valori andrebbero insegnati alle nuove generazioni sin da subito per poter avere in futuro un’Italia migliore e maggiormente integrata; anche perché politiche che regalano la Cittadinanza Italiana e che favoriscono la ghettizzazione di certi gruppi sociali sono tutto tranne che una reale soluzione ad un problema che rischia di divenire davvero incontrollabile.
Chi ha orecchie per intendere, intenda!
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