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"Incutere timore si militanti di Destra" | Mario Zicchieri

di Salvatore Tuzio


La memoria umana tende a ricordare ciò che sente o per assonanza o per contrapposizione, lasciando nel dimenticatoio tutto ciò che avviene nello spazio grigio intermedio.


Ed ecco che il 29 ottobre 1975 rischia di divenire una data come tante, ed invece quel pomeriggio di quarantasette anni fa è l’anticamera di quello che verrà definita “macelleria Romana" della fine degli anni settanta. Questa non è la storia di Stefano occhi verde acqua marina che perde la vita in modo vigliacco sotto il fuoco di un servo del sistema, o di Sergio sbrangato sotto casa, né quella di Franco e Francesco crivellati da un arma d’assalto o di Francesco e Paolo le cui morti segnarono la fine di un periodo oscuro della Storia d’Italia.


Questa storia ha preso nel tempo dei connotati indefiniti, su i suoi protagonisti nessuno ha accesso riflettori . Eppure è forse la storia che meriterebbe più rilievo da un punto di vista educativo, perché racconta quanto si possa essere vili in nome dell’ideologia, giocando fortemente sulle menti dei giovanissimi e passare il punto di non ritorno, iniziata come goliardia e finito con sangue sul selciato e venduti in tribunale! Ed è forse proprio per questo che ormai quasi nessuno me parla più. Mario però merita di essere consegnato nell'Olimpo degli eroi e dei martiri che in nome di un idea sono stati barbaramente uccisi.


Roma, in una calda ottobrata romana dei ragazzi dell’avamposto di via Erasmo gattamelata al Prenestino decidono di stampare dei volantini dove si parla di sociale, “rubando" la tematica a quella tematica così carica ai difensori del proletariato, un atto oltraggioso per cui gli “sporchi fascisti" devono pagare!


Si organizzano incontri, tutto il quadrante est dei compagni è in fermento, ci sono i collettivi di via dei Volsci, quelli CoCoCen, gli studenti di lotta continua della sapienza e i ragazzi di potere operaio, dopo varie discussioni si sceglie la via della manifestazione di piazza!


Ma non tutti sono favorevoli a questa soluzione, si inizia a spargere l’idea che bisogna agire come a Milano e Torino, e dal collettivo di Centocelle quattro facinorosi, decidono di prendere un fucile e partire alla ribalta verso la sezione nera del prenestino.


I ragazzi del fronte sono dentro, “Cremino” così veniva chiamato Mario, stava al suo ciclostile, dopo aver finito il suo lavoro saluta i suoi camerati ed insieme a Marco esce per tornare casa. Mario a casa non arriverà mai, verrà ucciso da un colpo di fucile a canne mozze( proprio come in una storia di Sciascia sulla mafia) in nome dell’anfasciamo militante per mano di quattro sedicenti rivoluzionari che alla prima occasione utile svenderono per uno sconto di pena!


La viltà di questa storia non si esaurisce con la caduta di Cremino, e l’impossibilità di un sedicenne di vivere la sua vita indipendentemente dal pensiero che aveva, ma prosegue nei giorni successivi all’interno dei collettivi di sinistra che dopo esser stati in un primo momento scettici sulla “punizione Zicchieri" si videro estromessi dai giornali che diedero la colpa ad una faida interna poiché i ragazzi del Prenestino si occupavano di tematiche distanti da quelle degli organi centrali, ed in quel momento si raggiungere l’apice dell’assurdo, inizia una campagna di informazione per le scuole del quadrante est che intesta la morte ai ragazzi del Cococen, quasi come a sacralizzare l’atto.


Questa storia è più che mai viva nei cuori di chi l'ha sempre voluta raccontare, ed è più che mai attuale visto come alcuni dementi soffiano sul vento dell’opposizione violenta ad ogni costo, dove -proprio come fu per loro- si rischia di passare dalla goliardia alla tragedia in un battito di ciglia.

Ed ecco, quindi, che vanno condannate tutte quelle azioni come quella della Sapienza dove si voleva impedire un dibattito in nome di un principio che serve solo a lobomotizzarei deboli di spirito ed asservirli a logiche fuori da ogni tipo di contesto.


Oggi noi ricordiamo Mario affinché il suo esempio di dedizione sia un faro per tutti quelli che credono ancora negli eroi! Auspicando che la sua storia diventi un monito per le nuove generazioni a non diventare servi del pensiero!


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