La Fenice Venezi
- Redazione
- 7 ott
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di Maria Vittoria Giglio
Vi erano mancate le estenuanti Crociate contro esponenti che con il mondo cultural-egemone della sinistra non hanno molto a che vedere?
Di primo acchito, la risposta raziocinante, sarebbe “no”. Al tempo stesso, è interessante, da parte nostra, osservare i cortesissimi plotoni di esecuzione mossi per impedire a una donna, conosciuta in tutto il mondo- e non sicuramente perché, come i detrattori amano dire, “amica dell’attuale compagine governativa”- di dirigere la fondazione lirica di uno dei teatri più rinomati d’Europa.
Ci permettiamo di narrarvi un’altra ulissiana peripezia del Direttore Beatrice Venezi, partendo da un episodio, risalente al 2021:
Sanremo, Festival della canzone italiana, la Venezi affiancava il direttore artistico pro tempore. “Twitter” esisteva ancora ed era il teatro di insulti contro il Maestro.
L’inascoltabile dichiarazione era stata «Me ne assumo la responsabilità. Per me quello che conta è il talento e la preparazione con cui si svolge un determinato lavoro. LE PROFESSIONI HANNO UN NOME PRECISO E NEL MIO CASO è “Direttore d’orchestra”».
Quindi, signori della Corte (virtuale), la fattispecie delittuosa consisteva nell’appropriazione indebita del nomen di una professione, poiché in quanto donna, il suffisso idoneo avrebbe dovuto essere -rice e non -tore.
Meno male che la stessa protagonista ha sempre parlato di “talento”, di “preparazione”, concetti scevri da qualsiasi dottrina patriarcale, maschilista, misogina etc., piuttosto vicina al concetto di meritocrazia che non conosce distinguo tra l’uomo e la donna.
Come se la differenza potesse concretizzarsi in un appellativo universale, evitando di tesserarsi, schierarsi dalla sempre più acclamata-ahinoi- “parte giusta della società”.
In altre e più banali parole: quando assecondi le mode e ignori volutamente l’ordine delle cose, sei il beniamino, quando decidi di essere controcorrente, mai banale, pensante, sei il male in Terra. Un po’ da regime, non trovate?
Catapultiamoci adesso alle notizie recenti.
22 settembre 2025, unanimemente viene eletta Beatrice Venezi dal Consiglio di Indirizzo della Fondazione Teatro “La Fenice”. Scoppia il caso; le accuse più frequenti vertono la carenza di titoli nel suo curriculum. Però alle macchinazioni sinistre, noi rispondiamo, o quanto meno cerchiamo di farlo, con i meri fatti. Vi alleghiamo la pagina del MiC- quale fonte più autorevole- ove è racchiuso il trascorso di vita e degli studi della protagonista di questo inghippo mediatico. https://media.beniculturali.it/mibac/files/boards/be78e33bc8ca0c99bff70aa174035096/PDF/Curriculum/CV%20senza%20dati%20sensibili.pdf.
Apparentemente i due episodi risultano scollegati, invece sono legati più che mai. Siamo certi che, nel caso remoto in cui la Venezi avesse rappresentato quel proibito sogno sinistrorso, nessuna lettera di diffida sarebbe stata inoltrata.
L’arte non è più appannaggio del rosso.
L’arte è di tutti coloro ne sappiano fare un uso retto e corretto.
L’arte può essere di tutti.

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