top of page
Cerca
Immagine del redattoreRedazione

La fine dell’uomo

di Pasqualino Santoro


“Transumar” è il neologismo inventato da Dante per indicare una metamorfosi interiore che oltrepassa tutto ciò che è umano, ma il riferimento è del tutto spirituale.

Invece, oggi, transumare non è quel neologismo dantesco, o lo spostamento del gregge in clima miti per poter pascolare. Assolutamente no.


Esiste una visione futuristica, ma abbastanza attuale, di quello che viene definito transumanesimo. L’intelligenza artificiale progredisce, l’esempio più recente è il nuovo gioiellino di OpenAI: ChatGPT. Una nuova minaccia che porta la targa del progresso, che abbatte la capacità, l’immaginazione e la creatività dell’uomo. Insomma, di spiritualità dantesca non ce ne faremo niente più, se questa che viene definita “intelligenza” continua a galoppare.

Le associazioni di transumanisti dicono che l’uomo è superato ma questo lo ripetono da secoli tutte le ideologie del passato: il comunismo, il fascismo, il futurismo, l’americanismo, ma l’uomo nuovo, questa volta non viene per via filosofica o ideologica, viene dalla scienza e dalla biotecnologia.

Questo perché, come abbiamo potuto provare sulla nostra pelle, la scienza è quel nuovo metodo per far ingerire pillole amare, che può derogare temporaneamente i principi fondamentali indicati da una Costituzione, e quindi quelle che definiamo libertà inderogabili dell’uomo.


Il delirio di andare oltre l’uomo è un insaziabile desiderio umano, come non invecchiare, accrescere la propria forza e garantirsi una salute impermeabile. Prerogative realizzabile solo grazie alle scoperte di quella nuova dottrina impugnabile che è un misto tra scienza e tecnologia. Alla spinta biotecnica va addizionata la spinta progressista che si è appropriata della prima per poter imporre la propria etica. E questo come lo fa? Tramite quella nuova e inderogabile idea che è diventata la scienza, che ci spiega anche che è possibile che un uomo possa partorire… Oppure, con la realizzazione finale del transumanesimo: l’abolizione dell’uomo. La seconda, ovviamente, è intrinseca alla prima. Quindi se possiamo modificare l’uomo manipolando i suoi geni, orientare i cromosomi, creare gravidanze maschili o intelligenze alternative, non ci resta che annichilirlo perché ormai può solo delirare.


I freni morali contano ancora? Gli interventi dei difensori dell’etica possano contare ancora qualcosa? I protettori dei valori tradizionali e della religione, valgono qualcosa? Se Dio è morto, figuriamoci l’uomo.

Ormai se siamo liberi, lo siamo fino in fondo.

Una volta tolta la storia, la filosofia, il senso di famiglia, le ambizioni, la procreazione all’antica, cosa resta di quella specie in via d’estinzione che è l’uomo inglobato nel sogno dell’immortalità e spiritualmente putrefatto?




75 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page