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Le novità della Legge di Bilancio: un governo al servizio della Patria

di Aurelio Mirko Bringheli La legge di bilancio, chiamata comunemente anche “finanziaria”, rappresenta uno degli atti normativi più importanti del nostro paese, in quanto si occupa di definire le voci di spesa del nostro governo per l’anno successivo e di definire una previsione di bilancio triennale. La redazione del Bilancio deve essere approvata dal nostro parlamento entro e non oltre il 31 dicembre, e dovrà trovare un punto di equilibrio tra le esigenze della nostra nazione ed i vari accordi e trattati comunitari, al fine di non incorrere nel c.d. “Esercizio Provvisorio”, durante la quale non si possono adottare variazioni di bilancio ma, al contrario, ci si deve limitare e gestire le operazioni di ordinaria amministrazione. Questo potrebbe causare il collasso economico e la perdita di affidabilità dell’Italia per gli investitori stranieri e i vertici Ue, portando mercati ribassisti e aumento dello Spread. L’Esercizio Provvisorio ha una durata massima stabilita per legge di quattro mesi. Per quanto riguarda le entrate, esse sono ripartite in tributarie, extra-tributarie, alienazioni e ammortamento di beni, riscossione di crediti, prestiti. Le uscite invece sono suddivise in missioni, programmi e azioni. Le missioni rappresentano sostanzialmente le funzioni principali e gli obiettivi strategici che si vogliono perseguire attraverso la spesa pubblica. I programmi invece costituiscono gli aggregati di spesa finalizzati al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nelle missioni. La realizzazione di ciascun programma è affidata (salvo due eccezioni) ad un unico centro di responsabilità amministrativa corrispondente all’unità organizzativa di primo livello dei ministeri. È sui programmi, peraltro, che si esprime il voto parlamentare. Le azioni infine specificano ulteriormente la finalità della spesa rispetto a quella individuata da ciascun programma. Dunque, ogni governo stilerà la propria legge di bilancio in base al proprio mandato e alla propria visione politico-economica del Paese. Andando ad analizzare nel dettaglio alcune variazioni di voci di spesa, rispetto alla precedente “Finanziaria”, possiamo subito notare, l’intenzione del Governo Meloni di ridurre la pressione fiscale, confermando l'esonero contributivo del 2% per redditi fino a 35mila euro. Il taglio sale al 3% per redditi più bassi: i 20mila euro fissati nella manovra uscita dal Consiglio dei ministri salgono a 25mila euro. Per autonomi e partite Iva la tassa piatta è estesa ai redditi fino a 85mila euro e arriva una “flat tax” incrementale al 15% con una franchigia del 5% e un tetto massimo di 40mila euro. Un ulteriore importante modifica di spesa, questa volta ci affacciamo ai più giovani, è data dalla modifica del Bonus 18App, confermando una spinta ai consumi culturali per i neo-maggiorenni. Ma per chi compirà 18 anni nel 2023 cambia faccia rispetto al bonus di Renzi.  L'App18 si sdoppia in due carte, cumulabili, che assegnano ai ragazzi 500 euro ciascuna: una per chi ha un Isee familiare fino a 35mila euro ed una per gli studenti che si diplomano con il massimo dei voti. I nati nel 2004 usufruiranno, invece, del bonus nella versione originaria. Smosso dalle forti critiche, Il governo Meloni risponde alle accuse indicando che, chi possessore di un Isee familiare più alto, non avrà certo bisogno del Bonus 18App per poter soddisfare i propri “consumi culturali”. Dando la possibilità al governo di destinare le risorse risparmiate in voci di spesa più urgenti e che necessitano di interventi più massicci. Contro il caro energia invece, vengono stanziati fondi a sostegno di famiglie e imprese coperti grazie allo “scostamento di bilancio” di 21 miliardi (Il termine tecnico dello scostamento di bilancio è “scostamento dal pareggio di bilancio”. Si tratta dell’autorizzazione che il Governo è costretto a chiedere al Parlamento per poter aumentare il deficit rispetto a quel che era stato previsto nei documenti di finanza pubblica già approvati da Camera e Senato. Un’autorizzazione che viene richiesta, ovviamente, di fronte ad una reale esigenza di reperire ulteriori fondi per far fronte ad un’emergenza nazionale, così com’è successo con gli effetti del coronavirus e del conflitto ucraino). Attraverso il taglio degli oneri impropri delle bollette per tutti e bonus sociale rafforzato (il tetto Isee passa da 12 a 15mila euro) per le fasce più povere. Crediti d'imposta più alti per le imprese energivore e gasivore. Passa dal 22% al 5% l'aliquota Iva per le fatture dei consumi nel primo trimestre del 2023 dei servizi di teleriscaldamento e dal 22% al 10% quella del pellet per tutto il 2023. Sulla tanto criticata intenzione di voler rimuovere il Reddito di Cittadinanza, il governo fa un passo indietro in attesa di un ulteriore riforma, infatti, per i lavoratori occupabili il reddito di cittadinanza sarà corrisposto nel 2023 per 7 mesi. Gli altri (nuclei con minori, anziani o disabili) continueranno a riceverlo fino a fine anno in attesa di una riforma complessiva. La maggioranza vuole far saltare il principio dell'offerta congrua ma forse dovrà ritoccare ancora la misura per garantire la stabilità. Sale da 6mila a 8mila euro la detassazione per chi assume percettori di reddito. Per chi è in povertà assoluta viene istituito il reddito alimentare. Queste sono solo alcune delle novità per quanto riguarda le voci di costo per la legge di Bilancio del 2023, trattarne l’intero testo di legge per intero, risulterebbe molto stancante e complesso per i “non addetti ai lavori”, in questo breve articolo ci siamo occupati di trattarne le novità più importanti e discusse. Sperando di avervi esposto in maniera il più chiara possibile la composizione ed il funzionamento di questa importante pratica governativa, e certo di avervene fatto cogliere la rilevanza di questo annuale testo di legge, fulcro dell’attività economica, politica e sociale del nostro Paese, ci si vede alle prossime edizioni settimanali di “Magnete”.  


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