Le radici profonde non gelano
- Redazione
- 22 nov 2021
- Tempo di lettura: 2 min
di Aleida Spaltro e Salvatore Tuzio
“Le radici profonde non gelano” affermava Tolkien e “le foglie verdi”, rappresentate oggi dai 300 giovani amministratori eletti appartenenti a FdI, sono il frutto di un processo di crescita, militanza e formazione politica dei giovani della destra identitaria italiana.
Sono radici che affondano nelle scuole politiche e nei campi Hobbit, passando per la generazione Atreju, fino ad arrivare ad oggi con la generazione Fenix, che da oltre dieci anni continua a formare giovani ma soprattutto buoni amministratori. I nostri giovani eletti non sono stati dei semplici riempi lista ma sono persone con una formazione politica, sono promotori e portatori delle istanze e della visione di un’importante parte dell’elettorato che, tramite il proprio voto, si fida e si affida ai neoeletti.
L’elezione, da nord a sud, di 300 giovani con un’età media di 27 anni e il lavoro egregio che stanno portando avanti, non deve stupire i media e altri operatori del settore, ma ci si dovrebbe interrogare sulla causa dell’importante risultato: alla base infatti non vi è solo la crescita del partito Fratelli di Italia ma altresì un’importante formazione del partito giovanile e soprattutto la storia di quanto la destra nazionale ha costruito negli ultimi anni; ciò che risalta oggi è l’importante risultato rispetto al passato, un passato che nonostante i numeri non sempre elevati ha visto come protagonisti grandi figure della politica italiana, come Giorgio Almirante e Pino Rauti, esponenti giovanili come Teodoro Buontempo, Fabio Rampelli e Gianni Alemanno (per citarne solo alcuni).
Questo obiettivo raggiunto è un’ulteriore dimostrazione di quanto FdI, oggi più che mai, sia in grado di attrarre e formare giovani competenti che un giorno faranno parte della nostra classe dirigente; è un traguardo fondamentale che deve essere uno sprono per investire su un numero ancora maggiore di buoni amministratori che abbiano a cuore gli interessi della società, la difesa della Patria e dei valori nazionali, con spirito identitario e di servizio.
E per concludere sempre con un pensiero di Tolkien: “non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo; il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare, al fine di lasciare a coloro che varranno dopo terra sana e pulita da coltivare.”

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