di Vincenzo Mastronardi
In data 4 marzo 2023, il Presidente del Consiglio Meloni, recatasi ad Abu Dhabi, ha incontrato il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, riportando a casa l’ennesimo bilaterale di successo.
Tra cooperazione energetica e politica estera, l’incontro è stato ricco e proficuo, con una Giorgia Meloni come sempre determinata e capace. Tuttavia ciò che merita l’attenzione di tutti, passato in secondo piano, non riguarda né l’energia, né la guerra in Ucraina.
Quello dell’islam è un tema che da sempre denota una certa differenza ideologica e di valori tra la nostra metà campo e quella della sinistra. Se è vero che nei circoli e nei salotti radical chic si confrontano le più note teste del progressismo e del femminismo italiano, è anche vero che dinanzi all’islam tutto sembra crollare.
Nella sinistra italiana la religione musulmana sembra avere la forza di innescare un cortocircuito che mette in luce tutta l’ipocrisia che c’è dietro la facciata di diritti umani dietro la quale i salotti della sinistra si sono nascosti. Un’immagine che difficilmente possiamo dimenticare è proprio quella di Laura Boldrini, che incarna la peggior specie del femminismo italiano, la quale in Italia urla contro il patriarcato, si batte per una piena uguaglianza di genere e per il riconoscimento dei diritti della donna, ma che nel 2014, inginocchiandosi dinanzi al più vasto e oppressivo sistema patriarcale della storia, indossò il velo islamico.
Quello di Laura Boldrini non restò affatto un caso isolato.
Ricordiamo anche l’ex ministro degli esteri Federica Mogherini, la quale proprio in Iran si presentò alla corte del Presidente con il capo coperto.
E ancora in Iran ricordiamo l’ex ministro Bonino, anch’essa presentatasi agli incontri con il copricapo islamico.
Dinanzi all’islam dunque i discorsi femministi della sinistra italiana sembrano affievolirsi, le proteste di Boldrini sembrano diventare silenzi di accondiscendenza verso i regimi come quello di Teheran.
Questo corto circuito possiamo essere fieri di dire che è ben circoscritto ad una parte politica che non ci appartiene. Altrettanto fieramente possiamo dire che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dinanzi al Presidente-Emiro si è presentata a capo scoperto, senza il velo islamico.
In un periodo storico in cui alcuni paesi islamici reprimono nel sangue chi non indossa il velo, ed altri paesi sembra stiano tornando indietro da questo punto di vista, restaurando il regime del velo, Giorgia Meloni, in quella che può apparire una semplice scelta di stile, manda un messaggio chiarissimo. L’Occidente rispetta l’islam, ma non ci si prostra.
Dopo secoli di guerre tra Cristiani e Islamici le due culture possono e devono convivere, ma restando saldamente legati alle proprie identità, sempre, non a giorni alterni. Il rispetto per la religione e la cultura musulmana non passa attraverso l’utilizzo del simbolo di assoggettamento della donna nella suddetta civiltà.
Che sia questo avvenimento anche da risposta alla neo paladina della sinistra, Elly Schlein, che tuona contro Meloni “Non ce ne facciamo niente di un presidente donna che non fa gli interessi delle donne”.
Cara Schlein, a te e tutti coloro che ti hanno preceduto, gli interessi delle donne passano attraverso i fatti, non attraverso le quote rosa. Gli interessi delle donne passano attraverso il rifiuto del vero maschilismo, non di quello che voi trovate anche nella grammatica italiana.
Gli interessi di tutte le donne sono passati attraverso la scelta di Giorgia Meloni di non prostrarsi ad una consuetudine carica di sessismo, non attraverso il “qui mi sento a mio agio” di Laura Boldrini.
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