di Ilaria Telesca Quella di Via Ottaviano è una delle sezioni che più di tutte, dalla sua nascita fino ad oggi, ha portato avanti una politica nel senso più nobile del termine. Ed è proprio lì davanti che Mikis, giovane militante del FUAN, il 28 febbraio 1975 ha perso la vita a seguito di un infame attacco da parte dei compagni. Per quanto il loro atto sia indegno, non mi sento di dare la colpa a dei ragazzi che, dall’altro lato della barricata, combattevano per i propri ideali proprio come facevano i ragazzi di destra. La colpa va attribuita a quel sistema rappresentato dalla Democrazia Cristiana che, soprattutto in quegli anni, ha imposto uno scontro ideologico per assicurarsi il potere, con la paura che le idee pure e sincere potessero prevalere sul Disordine mondiale che voleva imporre. Mikis Mantakas era un ragazzo come noi, ventenne e dedito alla militanza. Di origini greche, Mikis è perfetta rappresentazione dell’Europa dei popoli, della Patria comune che prescinde dai confini nazionali, geografici e non culturali. Non ho intenzione di parlare di lui, perché nel nostro mondo c’è chi lo ha conosciuto di persona e potrebbe dire tanto su quel ragazzo “morto in primavera per la sua Fedeltà”. Noi dobbiamo parlare di ciò che ci ha lasciato e di quel fiore tra i capelli che non appassirà, parafrasando ancora quell’inno degli Amici del Vento che è “Nel suo nome”. C’è chi in passato ha sacrificato la propria vita per i nostri ideali ed è questo sacrificio che ci impone di lottare ogni giorno per tramandarli a chi avrà il compito, dopo di noi, di farli propri, per fare in modo che il fuoco di Vesta non si spenga mai. Siamo nel 2023, la politica non è più quella delle P38 e dei bastoni. Dobbiamo ritenerci fortunati se quando usciamo di casa non corriamo il rischio di non aver detto “addio” ai nostri cari prima di un’inaspettata rappresaglia. Il sacrificio politico dei nostri tempi è molto meno spaventoso di chi in quegli Anni di Piombo aveva le nostre stesse idee. Ma questo non ci permette di dare tutto per scontato, anzi implica una lotta diversa a 360 gradi, 24 ore su 24, tutti i giorni. Partecipare al Presente non vuol dire solo ricordare e commemorare. In quell’occasione riconfermiamo la nostra Fede, promettiamo che anche quell’anno spenderemo tutta la nostra forza e tutto il nostro tempo per l’Idea eterna. Ogni 28 febbraio ci impegniamo a non piegarci alla società moderna e a continuare a vivere con lo stesso spirito rivoluzionario di Mikis. Ci assumiamo il difficile onere di comportarci concretamente da combattenti. Non ci droghiamo, non viviamo per i social, non ci ubriachiamo, non ci facciamo corrompere, non assumiamo comportamenti opposti a quelli che Roma ci insegna e che Codreanu ci semplifica descrivendoci i compiti del Legionario. Continuiamo a preferire la trincea al salotto, disprezziamo lo spirito borghese e radical chic. Non pensiamo a noi stessi ma al bene comune. Allontaniamo qualsiasi metodo di alienazione che ci propinano continuamente, dai mass media ai dieci cocktail in discoteca, dalle canne al consumismo più sfrenato. Siamo figli d’Europa, il nostro compito oggi è quello di rappresentare una Tradizione che rischia sempre più di scomparire, di generazione in generazione. E l’Europa in lotta per la libertà non dimentica i suoi martiri. Quindi ricordiamo Mantakas e lasciamoci guidare dal suo amore, dalla sua lotta, dal suo esempio. Combattiamo per la nostra bandiera della tradizione. Giuriamo fedeltà all’impegno politico e sociale che vede il Bene trionfare sempre sul Male. La gioventù d’Europa c’è e, caro Mikis, il tuo sacrificio non sarà mai vano. Continua ad essere il nostro faro, noi ti seguiremo senza se e senza ma. Il nostro spirito arderà sempre nel tuo nome.
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