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Non saremo la generazione lockdown

di Giovanna Sozzo

La generazione del lockdown? Beh, non direi proprio. A conti fatti qualcuno di noi ne esce con ferite più profonde di altri e chissà, probabilmente ne resteranno di grosse cicatrici.

È appena trascorso un periodo nel quale la generazione giovanile è stata messa svariate volte a un bivio, eppure l’entusiasmo che ci contraddistingue non si è mai lasciato frenare, caparbi e consapevoli della nostra identità.

Il lavoro di squadra, la determinazione, la voglia di crescere e di guardare verso orizzonti migliori. Non ci siamo mai fermati e, seppur oscurati, abbiamo lavorato duramente. Nelle nostre città, nelle nostre strade,nei nostri comuni ci siamo impegnati per risorgere da quel buco nero che ci dipingeva come untori. Abbiamo dimostrato che sappiamo essere gladiatori perché ogni piccolo contributo per la nostra terra sarà come il grazie di un figlio domani.

La mia militanza inizia nel febbraio di quest’anno; un periodo buio e odioso della mia vita. Mettere in luce le diverse esigenze di chi vive in un mondo complicato come quello delle disabilità non è semplice. La grinta e l’adrenalina incentivatesi con la militanza giovanile sono state il motore per andare avanti. Ora più che mai dobbiamo mantenere acceso quel fuoco interiore che ci permette di tenere la testa alta... oltretutto.

Siamo giunti alla stagione della riscossa e dell’autodeterminazione. Ognuno di noi spera in qualcosa, ma soprattutto nella rivalsa, quella che ti dimostra quanto vali non perché fai parte di élites o salotti di certa sinistra ma perché non hai piegato la testa in un momento nel quale, una forza di egemonia e di potere voleva affossarci per potersi affermare. Noi siamo risorti e risorgeremo sempre. Non abbiamo paura né padroni.

In bocca al lupo a tutta la classe dirigente dì FDI, al nostro presidente e ai candidati nelle varie liste,


Perché il meglio deve ancora venire.


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