di Francesco di Giuseppe
Sette giorni fa, il corrispondente da Roma e per l’Europa meridionale della BBC, Mark Lowen, ha postato su Twitter una foto in cui, insieme al suo compagno, in attesa del loro volo in aeroporto avevano in mano quello che definiscono un "bagaglio a mano". Peccato che, quel "bagaglio a mano", sia in realtà un bambino. Una definizione infelice, sicuramente, ma coerente e sensata: la piccola creatura, infatti, è stata acquistata come un qualsiasi oggetto e quindi, forse inconsapevolmente, i due uomini che si autoritengono suoi genitori lo trattano, per l'appunto, da oggetto. Perché in questi casi un bambino non è altro che un capriccio da soddisfare, un articolo di shopping del sabato pomeriggio. Questa notizia, però, dovrebbe riaprire un tema etico e profondo a cui non è ancora stata data una risposta chiara e definitiva: sarebbe questa la civiltà del futuro? Sarebbe questa la tanto decantata modernità? La libertà di acquistare un figlio o un bambino come fosse un qualsiasi pezzo di carne nel banco frigo di un supermercato? Perché, se da una parte vi è una coppia che paga per acquistare un figlio altrui, dall'altra parte vi è una donna sfruttata che si trova nella condizione di dover affittare il suo corpo e vendere ciò che di più caro può avere al mondo, un figlio, pur di poter campare e tirare avanti. Se da una parte ci sono due uomini benestanti e alla mera ricerca di egoistiche realizzazioni personali, dall'altra parte vi è sempre qualcuno costretto a rendersi schiavo e profanare quanto di più sacro esista, pur di portare del pane sotto i denti. L'ennesima stortura del capitalismo moderno, l'ennesima situazione in cui a fare da padrone altro non è che il denaro. Stavolta anche sulla vita stessa. Non vi è nulla di più mostruoso dell'uomo che cerca di superare la natura, incapace di accettare l'ordine e l'ovvietà delle cose. Strappare un bambino dalle braccia della madre è quanto di più crudele si possa concepire. Farlo per mero lucro e semplice egoismo, è quando di più ripugnante si possa immaginare. Da sempre lottiamo contro questa pratica inumana e ci battiamo per rendere l'utero in affitto reato universale. La maternità così come i bambini non possono essere prodotti commerciali e ogni nascituro deve avere il diritto di crescere con i suoi genitori naturali e non con chi, semplicemente, può permettersi di acquistarlo. Purtroppo, però, la direzione che oggi pare si voglia dare al nostro futuro è proprio questa: esistono fiere specializzate in vendita di figli (tra cui una a Bruxelles, a due passi dalle silenti e complici istituzioni europee) ed esistono siti dove poter affittare uteri e scegliere i tratti morfologici dei genitori, con tanto di numeri telefonici, indirizzi mail da contattare e prezzi base per acquistare un figlio. 28.500 euro. Tanto vale oggi la vita di un bambino.
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