Overton e una finestra ormai spalancata
- Redazione
- 20 set 2021
- Tempo di lettura: 4 min
di Manuel Mariani
E così, a partire dal 15 ottobre 2021, il Green Pass diverrà obbligatorio per ogni lavoratore, sia privato che pubblico.
A partire dal prossimo 15 ottobre, l’Italia, prima che essere “una Repubblica democratica fondata sul Lavoro”, diverrà “una Repubblica democratica fondata sul Green Pass per accedere al lavoro” (il passaggio da maiuscolo a minuscolo sulla parola “lavoro” non è casuale).
Ma, mi chiedo, come si è giunti a questo?
Ognuno di noi, se solo un anno fa si fosse trovato nella condizione di rispondere alla domanda “ma lo sai che tra qualche mese per lavorare avrai bisogno di un lascia passare imposto dal governo?”, avrebbe risposto all’interlocutore di essere un pazzo complottista.
Eppure, ad ottobre, l’accesso al lavoro non sarà più libero, uno dei diritti fondamentale dell’uomo verrà pesantemente limitato; tutto ciò parrebbe essere accettato dalla stragrande maggioranza della popolazione.
La spiegazione a questo fenomeno si trova nella teoria del sociologo americano J.P. Overton: parlo, appunto, della cosiddetta “Finestra di Overton”.
“La finestra di Overton” è un approccio per identificare le idee che definiscono lo spettro di accettabilità di politiche governative.
Sostanzialmente, Overton, definì una gamma di situazioni, da più a meno libere, a cui sovrappose la finestra delle possibilità politiche, ossia ciò che politicamente può essere valutato. Ogni situazione, legata all’atteggiamento della popolazione, può essere associata a 6 aggettivi: inconcepibile, estrema, accettabile, ragionevole, diffusa e, infine, legalizzata.
Ovviamente, i politici possono agire solo nello spettro dell’accettabile ma, è necessario ricordarlo, in base a come la finestra si sposta un’idea può aumentare (o diminuire) il suo grado di accettabilità.
Insomma, la finestra di Overton va a braccetto con quella che è la teoria di N. Chomsky della rana bollita: ove la rana, posta in una pentola di acqua a temperatura per lei accettabile, verrà alla fine bollita facendo aumentare la temperatura dell’acqua a poco a poco, fino all’ebollizione, in modo tale che la rana possa considerare accettabile ogni aumento di temperatura, finché essa non si ritroverà bollita in una pentola.
Terminata la lezione di sociologia, è necessario ora vedere come tutto ciò si sia effettivamente verificato nella nostra società.
Per farlo è necessario tornare agli albori della pandemia da Covid, quando al posto del sommo banchiere, a Palazzo Chigi, sedeva il preparatissimo avvocato del popolo (suvvia, sono stato pesante fino ad ora, lasciatemi la libertà di scrivere con una leggera vena ironica). L’avvocato del popolo, a colpi di DPCM, con annunci televisivi in prima serata pressoché ogni Sabato, che venivano aspettati con attesa febbrile (anche perché il campionato di calcio era fermo e, quindi, cosa mi guardo in TV il sabato sera? Ovviamente Conte!), pone ufficialmente lo “stato di emergenza dovuto alla condizione sanitaria”.
Siamo a Marzo 2020, lo stato di emergenza prima sembra dover durare poche settimane, poi viene prorogato a pochi mesi poi, ancora, a fine anno e poi viene prorogato ancora e ancora e… puff, fino al 31 Dicembre 2021.
In questo lasso di tempo cade un governo, ne sale un altro guidato da un uomo peritissimo secondo tutti: il tanto amato Conte, il portavoce Casalino e i loro Fan Club lasciano il posto ad un amabile banchiere, che adora i cani, ha una pasticceria di fiducia, secondo Magalli era un compagno di classe che non faceva la spia ai prof, che ci porterà alla salvezza. #andràtuttobene per davvero questa volta.
È il governo dei migliori, della discontinuità: così viene definito. Talmente tanto discontinuo con il precedente che, come già scritto, nonostante i vaccini tanto agognati, le cure domiciliari esistenti, funzionanti e, assolutamente in modo involontario, tenute nascoste, lo stato d’emergenza perdurerà fino a fine anno corrente.
A dire il vero, la discontinuità c’è: con Conte entravi nei ristoranti e bar e potevi consumare solo al tavolo perché al bancone era pericoloso; con Draghi e i migliori, inizialmente, il bancone era sicuro, poi, col lascia passare, il tavolo è sicuro solo per chi ha il Green Pass. Gli esempi come questo sono tantissimi, ma non basterebbe una giornata per descriverli tutti.
Pensateci, in molti si sono lamentati delle restrizioni di Conte, che venivano giustificate dall’emergenza sanitaria: la finestra di Overton si stava aprendo, ma non faceva entrare troppa aria; l’acqua della pentola saliva e la rana non capiva bene cosa stesse succedendo ma, nonostante la confusione, decide di attendere.
Arriva Draghi, passa la scusa della discontinuità col governo precedente sempre più mal visto, di un’emergenza sanitaria resa più pericolosa da varianti (che Crisanti ammette essere create dai vaccini), movida e persone che non vogliono più stare a casa. Aggiungiamo, per rendere più giustificabile la situazione, un bel comparativo di una parola positiva come “buono”, ossia “migliore”, per far accettare uno dei governi peggiori possibili, aumentiamo un po’ la paura per le varianti e, al contempo, la “speranza” che col Green Pass verranno creati luoghi sicuri (bufala smentita dallo stesso Crisanti, ancora lui. Fatelo stare zitto) e il gioco è fatto: la finestra si spalanca, ora entra un forte vento; la temperatura si alza ufficialmente ma la rana non se ne accorge, sta per bollire.
Sono bastati un comparativo di accezione positiva, un pizzico di paura e molta confusione per rendere accettabile, da gran parte della popolazione, un lascia passare per poterci spostare (diritto sancito dall’articolo 16 della Costituzione), studiare (diritto sancito dall’articolo 34 della Costituzione) e lavorare (diritto sancito dall’articolo 4 della Costituzione).
Eppure, le soluzioni a ciò, per far sì che la pandemia faccia meno paura le abbiamo; vaccini, cure domiciliari e un’analisi di Menichella (riportata anche da Capezzone e Belpietro su “La Verità” del 16.9.21) circa un protocollo su cure che abbasserebbero la letalità del Covid allo 0,005%, un’influenza stagionale insomma.
Il tutto tenendo conto che nazioni con percentuali di vaccinazione più basse delle nostre hanno stracciato il Green Pass, come l’Inghilterra.
Nonostante ciò, noi, dal 15 di Ottobre, per lavorare, avremmo bisogno di una tessera, almeno fino al 31 di Dicembre. Poi spetterà ai migliori decidere se la nostra sarà ancora una situazione emergenziale nonostante una molteplicità di soluzioni.
L’unica cosa che vi chiedo, al momento, è di dire ad Overton di chiudere questa maledetta finestra; l’Estate sta finendo, l’Inverno si avvicina e inizia a fare incredibilmente freddo.

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