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Paolo Borsellino - Mai solo nel tuo cammino

di Greta Legato

In alto i cuori per chi ha sacrificato la propria vita in nome della Patria: in nome dell’Italia. Purtroppo, si è soliti ricordare il giudice Borsellino soltanto nel giorno della sua scomparsa avvenuta tragicamente il 19 luglio del 1992. Insieme a lui persero la vita gli uomini della sua scorta: fedeli fino alla fine alla propria volontà di credere in un’Italia non più schiava dell’omertà e dell’indifferenza imposta da Cosa Nostra. Paolo Borsellino nacque a Palermo il 19 gennaio del 1940. Durante le partite di calcio conobbe il suo carissimo amico Giovanni Falcone col quale collaborerà in futuro come magistrato. Proveniente da una famiglia con simpatie politiche di destra nel 1959 si iscrisse al Fronte Universitario d'Azione Nazionale di cui divenne membro dell'esecutivo provinciale e fu eletto come rappresentante studentesco nella lista del FUAN "Fanalino" di Palermo. Laureatosi con 110 e lode a soli ventidue anni, Paolo Borsellino decise di intraprendere la carriera da magistrato divenendo il magistrato più giovane d’Italia. Nel 1980, il giudice Borsellino dopo essere stato trasferito al Tribunale di Palermo, conobbe il nuovo capo dell’ufficio istruzione Rocco Chinnici: quest’ultimo ideatore del “pool antimafia” coordinato da giudici i quali si occuperanno esclusivamente dei reati di stampo mafioso. Dopo l’assassino del suo caro amico nonché collega Giovanni Falcone, Paolo Borsellino sfruttò i suoi ultimi giorni di vita dedicandosi completamente alla lotta alla criminalità organizzata. A noi gioventù, non piace affatto ricordare quel mostruoso giorno del 19 luglio perché è il nostro compito dimostrare che uomini come Borsellino non moriranno mai. A noi gioventù, piace ricordarlo così: attraverso i suoi insegnamenti, attraverso il suo sorriso, pur consapevole del fatto che fosse stato lasciato solo anche da chi aveva fatto della giustizia, un’arma di contrasto a chi voleva combattere in modo efficace la mafia. Perché noi gioventù, abbiamo il dovere di continuare la sua opera dimostrando ogni giorno di essere uomini liberi; Perché noi gioventù, abbiamo il dovere di contrastare ogni forma di corruzione che dalle scuole ai luoghi di lavoro continua a perseverare; Perché noi gioventù, abbiamo il dovere di dimostrare che Paolo Borsellino non è morto e che le sue idee continueranno a camminare sulle nostre gambe. «Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.» Grazie Paolo.



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