di Alessio Moroni
Ciò che ha fatto da contorno alla rassegna musicale - vedasi monologhi su una presunta Italia razzista, rapper che bruciano foto di un viceministro e scene sessuali di dubbio gusto - sono solamente una manovra per guadagnare ascolti.
Lecito che lo faccia una rete televisiva, meno se questa stessa rete è un servizio pubblico.
Eppure la manovra è riuscita poichè Sanremo, essendo la principale rassegna nazional-popolare italiana, ha solamente mostrato in prima serata ciò che è sotto gli occhi di tutti ma che molti, nascondendo la testa sotto la sabbia, fanno finta di non vedere.
Per me che sono un tardo-millenial e che ho vissuto l'esistenza dei social come la normalità da un'età relativamente bassa, è abbastanza facile comprendere le dinamiche delle generazioni attuali e i non-valori che perseguono, meno lo è per chi non riesce a studiare bene le evoluzioni imperanti nel mondo giovanile.
Ed è così che dando uno sguardo alla società intorno a noi ci si accorge come ciò che è stato portato sul palco dell'Ariston sono solamente le trasposizioni delle idee che guidano i giovani al giorno d'oggi: liquidità nei rapporti di qualsivoglia tipo, sradicamento dalle proprie radici e portatori di valori assoluti incapaci, poi, di essere traslati nel concreto.
Ed ecco che allora ci si riempie la bocca di slogan a favore della libertà di genere, salvo poi relegare le donne conduttrici solamente ad un monologo superficiale e vuoto (eccezion fatta per la Francini, sublime) che sembra direttamente uscito da un tema d'italiano di quinta elementare. E mentre si brucia la foto di un esponente di governo di Fratelli d'Italia, nessuno ha la lucidità di ricordarsi che - ebbene sì - c'è chi le donne le he realmente valorizzate, dandole la possibilità di far la gavetta e di diventare poi il primo Presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica Italiana.
Dicevamo poi dei rapporti liquidi: si predica l'amor aperto, libero da costrizioni di qualsiasi tipo, e nel mentre i giovani d'oggi sono la generazione che negli ultimi 100 anni fa meno sesso rispetto ai propri genitori e nonni.
Un insieme di ragazzi e ragazze che, privi di una qualsiasi identità e di certezza, non riesce a costruire un legame affettivo e sessuale con un'altra persona, perchè se non si conosce chi si è, non si può pretendere di conoscere un altro e di poter stabilire un rapporto stabile e durevole nel tempo. Ed ecco che questa incapacità diventa autoassoluzione per giustificare i fallimenti sentimentali.
Sta qui la sintesi di ciò che è la gioventù di oggi e su ciò che si è visto a Sanremo: l'incapacità di conoscere chi si è, ha portato ad una generazione priva di morale, che si rifugia nell'idea che la loro amoralità sia un tentativo di rottura rivoluzionaria con i precedenti archetipi ma che in realtà cela un disagio nel trovare soluzioni per migliorare e per superare gli ostacoli.
Perchè il razzismo non si combatte accusando una Nazione di essere tale, ma lo si fa giudicando una persona senza pensare al suo colore della pelle e non la si invita come conduttrice per parlare della carnagione del suo fisico; non si combatte la discriminazione di genere con le quote rosa alla conduzione ma le si valorizza affinchè possano arrivarci per merito, proprio come è stato fatto da chi si visto bruciare in mondovisione la foto di un proprio compagno di partito. E non si combatte l'insicurezza con l'assoluzione ma con idee, radici e rispetto dei valori di una Nazione che consente ogni giorno di poter essere infangata perchè essa stessa garante dei diritti con i quali la infangate.
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