i ragazzi di Colle Oppio
Una storia, quando termina, può finire nel dimenticatoio o rimanere nella memoria.
Una storia, se gloriosa, diventa leggenda, e con gli anni, passando di bocca in bocca, si modifica, cambia, assume toni quasi epici che raccontano di imprese, di conquiste e di esempi.
Quando finisce, una storia vive nel ricordo, in quella nostalgica volontà di tornare indietro e riviverla, perchè quei racconti lasciano un qualcosa dentro che, un pò per curiosità, un pò per spirito passionale, colpisce come una freccia, dritta al cuore. Tutto questo vale, appunto, per le storie che terminano, e non è questo il caso, anzi, abbiamo ancora molte pagine di storia da scrivere. Questa storia, purtroppo per i nostri detrattori, e per fortuna per tutti gli altri, non è mai finita, nè si è mai interrotta, è andata avanti sempre più forte. Questa storia è vissuta in tutti questi anni; un laboratorio di idee che non ha mai smesso di produrre, una scuola di formazione che è cresciuta con nuovi obiettivi, nuove proposte, nuovo spirito. Questa storia è un viaggio che descrive un modello aggregativo che ha preteso e pretende oggi di essere riferimento generazionale per tutte quelle persone che non vogliono rimanere a guardare, consumate da una società che risucchia tutta l'essenza vitale. Colle Oppio oggi è in piedi e guarda dall'alto quello che ha costruito dal 1946 ad oggi.
Un percorso lineare e coerente, senza battute d'arresto, che ha portato la destra italiana ad essere maggioranza in Italia e a governare. Un progetto che ha vinto, per tutti quelli che hanno collaborato, per chi ci ha creduto fino in fondo e non ha mollato mai la cima, perchè quegli scogli si dovevano superare.
E allora, abbiamo attraversato maree in mari inesplorati, abbiamo resistito ad abbordaggi, a voci che ci chiamavano spingendoci a tornare indietro, ma non abbiamo ceduto, la nostra rotta era tracciata, e nessuno avrebbe potuto fermarci. E di nuovo, eccoci qui, abbiamo fissato una nuova rotta, siamo pronti a mollare gli ormeggi e salpare per un nuovo mare. Siamo imbarcati su questa nave per vivere appieno l’avventura che ci aspetta. Abbiamo ceduto l’immobilismo, i fiumi di parole, la frenesia, il politichese, l’arrivismo; ci siamo tenuti la sconsiderata audacia di chi ama l’azione, l’amore per la cultura e la centralità della formazione, la partecipazione attiva e l’attivismo militante. Adesso siamo armati fino ai denti e in un attimo la voglia di proseguire il viaggio è più forte della paura di sbagliare, trovando scogli non calcolati. Al nostro fianco un fratello pronto sempre a lottare, a coprirci le spalle, ad ascoltarci, a proteggerci in caso di difficoltà, a tenderci il braccio per rialzarci quando cadremo. Fratellanza. Dunque, prendiamo fiato, riempiamo i polmoni di aria e via con il sorriso verso il nuovo che ci attende. Lo facciamo per quello che abbiamo di più caro, con rabbia e con amore, da quando tutto ebbe inizio. "Rendi forti I vecchi sogni" per perseguire sempre quella felicità che non risiede nell'IO, ma nel NOI. "Perchè questo mondo non perda coraggio", il coraggio di mettersi in gioco, di spaccare ogni schema, il coraggio di aggredire l'impossibile e di avere un cuore ardente di passione. L'obiettivo è ed è sempre stato l'Italia, una comunità nazionale da rifondare, nella quale chiunque possa sentirsi orgoglioso di dire IO APPARTENGO. In conclusione, quindi, come poteva una storia del genere essere finita? Come potevamo permettere di cancellare ogni punto di riferimento, ogni sicurezza che avevamo? No, non potevamo, non avremmo potuto, perché la rivoluzione brucia dentro di noi e non riusciamo a spegnerla, perchè le sfide che ci offre questo mondo, sono troppo importanti per non prenderne parte. Dopotutto ci siamo ancora, da settantasei anni e per altri mille ancora, di generazione in generazione. Usque ad finem!
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