di Andrea Piccinno
Può capitare, a volte, di percepire attorno alle nostre vite la presenza di qualcuno o qualcosa che ci accompagna fin da bambini, nell’attesa del momento in cui si possa essere realmente pronti e maturi per coglierne il significato.
Per me e per tanti ragazzi della mia generazione e delle generazioni precedenti, spesso, una di queste costanti presenze altro non era che un mondo, una storia, un uomo che oggi avrebbe compiuto la bellezza di centrotrentun anni.
Perché, nei racconti e nelle opere di John Ronald Reuel Tolkien, in tantissimi ci siamo tuffati ancor prima di comprenderne pienamente il significato, ancor prima di sapere cosa fosse la politica, quando ancora destra e sinistra non erano altro che due parole lontane ascoltate dal televisore o le mani da alzare per poter parlare in classe negli anni delle scuole elementari. E sì, probabilmente lo abbiamo fatto in modo totalmente incosciente, incapaci dei mille insegnamenti riversati nei film interminabili e nel librone rosso sempre poggiato in libreria, ma sicuramente lo abbiamo fatto spinti da quella voglia di avventura che il Professore ha sempre raccontato nelle sue opere e che brilla soprattutto negli ultimi anni dell’infanzia.
Oggi ho quasi il doppio degli anni che avevo la prima volta che vidi i tre magistrali film di Peter Jackson e qualche anno in più della prima volta che quel librone rosso l’ho tirato fuori dalla libreria, ma quella voglia di avventura non è ancora calata: anzi, grazie alle opere di Tolkien possiamo quasi dire sia aumentata.
Perché oggi siamo consapevoli che Mordor esista davvero e avanzi inesorabile, ma anche che ognuno di noi abbia un proprio ruolo in questa lotta e sia nostro dovere compiere il destino che ci è stato assegnato: anche se la prova sembra insormontabile, anche se le Armate dell’Oscuro Signore sono nuovamente più forti e numerose, anche se non brandiscono più spade e lance ma sacchi di denaro, anche se non ci aggrediscono più fisicamente ma minacciano di distruggere il nostro mondo e la nostra cultura. Anche se la sconfitta sembra ovvia e si avvicina sempre più ogni decennio che passa, oggi noi continuiamo a lottare per difendere il buono che c’è nel mondo.
Oggi J.R.R. Tolkien avrebbe compiuto centotrentun anni: acuto conservatore, sincero cattolico, tenace difensore degli alberi contro la società delle macchine: Tolkien è stato questo, oggi è molto di più.
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