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Serietà giudiziaria e altre storie

di Maria Vittoria Giglio



L’estate conclusasi ha registrato il maggior numero di bollini rossi, non solo per le alte temperature, ma anche e soprattutto per il conteggio, divenuto quotidiano, delle vittime di stupri.

Lo scopo dell’articolo, a tal riguardo, è cercare di rispondere a una domanda tanto pleonastica quanto mirata alla risoluzione dell’atavico problema: quale deve essere l’impegno culturale-normativo da assumere?


La prima civiltà giuridica viene fatta risalire all’incisione delle Leggi delle Dodici Tavole (451-450 a.C.), cioè a Roma.

La motivazione che spinse alcuni uomini (Decemviri legibus scribundis) a redigere quello che oggi si ritiene un cenno di corpus legislativo fu, in sostanza, l’incapacità di soddisfare le diverse classi sociali.

Da lì derivò l’eguaglianza “per tabulas” tra patrizi e plebei, la conseguente parità dinanzi alla legge, l’introduzione concettuale della proprietà privata etc.

Insomma, laddove vi era discordia, giurista e scalpellino a portata di mano, per, rispettivamente, ideare e mettere su pietra un intervento decisivo.

La giurisprudenza, come tutti gli eventi umani, è soggetta a mutazioni storiche. Certo, alcuni precetti e ci si riferisce all’odierno sistema necessitano di rimanere invariati nei secoli, o si tornerebbe alla disorganizzazione giuridica pre romana, ma il diritto in sé è perfettibile limitatamente alle esigenze del caso, quindi del tempo in cui si concretizzano.


Premesso ciò, i commenti faziosi dei soliti noti sui provvedimenti che il governo desidererebbe adottare per prevenire le violenze sessuali sono incresciosi. È statisticamente provata l’influenza pressoché negativa dei siti hard sugli adolescenti. Anzi, il dato preoccupante è l’abbassamento dell’età media dei giovani naviganti, secondo le ultime stime, bambini tra i sette e gli otto anni si avventurano, fingendo di essere maggiorenni, nel mondo della pornografia senza che venga loro chiesta la veridicità di quanto sottoscritto.


Alla proposta dell’esecutivo di aumentare il livello di sicurezza, facendo fotografare un documento identificativo accertatore dall’utente, gli echi disfattisti non si sono fatti attendere, quando, invece, tutte le forze politiche dovrebbero essere concordi e accelerare i tempi per rendere internet un posto più salubre.

Subito dopo l’entrata in vigore di una legge, ci si aspetterebbe che l’organo all’uopo deputato facesse sì che venga rispettata.

È di recente notizia la richiesta di assoluzione, voluta da un pm, dell’uomo che avrebbe perpetuato violenze sconsiderate verso la propria moglie. La motivazione del giudice:”È la sua cultura”.


Peccato che, indipendentemente dalla cultura di un soggetto, il codice penale (tale per via dell’ipotetica fattispecie delittuosa) grazie al principio di territorialità si applichi all’interno dei confini statuali predefiniti in cui l’illecito viene commesso.

Se l’ostinazione garantista continuerà a superare la dignità delle vittime, oltraggiandola e se non si correrà ai ripari quanto prima, i telegiornali si atrofizzeranno sulla cronaca nera “fino a data da destinarsi”.




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