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Siamo orgogliosamente Giorgia

di Greta Legato

Una donna, una madre, un simbolo per la gioventù e per tutti coloro che hanno sempre creduto e continueranno a credere nella fiamma tricolore, incisa ormai da anni nell’unico simbolo che lega la destra italiana sotto un unico cielo, che è quello di Fratelli d’Italia. "E quindi uscimmo a riveder le stelle", è l'ultimo verso dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Dopo aver faticosamente attraversato la natural burella che collega l'Inferno alla spiaggia dell'Antipurgatorio, Dante e Virgilio alla fine contemplano il cielo stellati notturno dell'altro emisfero rappresentato come un presagio del nuovo cammino di luce e di speranza dopo le tenebre precedenti. Un po’ come Dante e Virgilio, gli italiani furono chiamati a votare per esprimere definitivamente la loro sovranità eleggendo colei che ad oggi ricopre la carica di Presidente del Consiglio. E così Giorgia Meloni divenne quella stella che per anni lottò affinché potesse nel suo piccolo cambiare le cose e per fare dell’Italia ciò che ha sempre desiderato.

Fratelli d’Italia nasce per riunire tutti quei fratelli e quelle sorelle che credono in un’Italia unita fondata su principi, doveri e uguaglianze tra uomini e donne uniti sotto un’unica bandiera. Un'uguaglianza da tempo oggetto di polemica da parte di un’opposizione incapace di digerire una vittoria voluta e meritata, nonché capace di aggrapparsi ovunque pur di puntare il dito e giudicare un duro lavoro intrapreso da anni. Quella sinistra posta sempre al fianco delle donne, ma pronta a giudicare l’unica donna che oggi, per la prima volta nella storia d’Italia, ricopre la seconda carica più importante dello Stato. Quella sinistra ridotta ormai in cenere, priva di ideali e di valori ormai indotti all’odio, capace di far odiare una donna soltanto perché non riesce ad ingerire la vittoria di un partito che per anni c’ha messo la faccia.

Perché in Italia ci vuole coraggio.

Quel coraggio nato da una giovane donna che dalla morte del giudice Paolo Borsellino, accese una fiamma che non riuscì più a spegnere; quel coraggio nato da una madre che sa guardare negli occhi la propria figlia giurandole amore; quel coraggio nato da una sorella, una sorella d’Italia capace di riunire tutti sotto un’unica realtà senza fare nessuna distinzione; quel coraggio di chi ha fatto della propria vita una battaglia in nome valori e ideali ormai persi e che sarà pronta a difendere a qualunque costo.

Giorgia è una madre, una donna, una cristiana, una sorella d’Italia e non ha di certo bisogno di evidenziare di essere “una” Presidente del Consiglio. Perché ad essere donna ci vuole coraggio, e non sarà di certo un articolo indeterminativo ad evidenziarne le capacità: ma le idee, la volontà, la lealtà, le azioni, le parole. Oggi tutti noi siamo Giorgia e, che vi possa piacere o no, ha vinto. E non il 25 settembre, ma quando ha deciso di metterci la faccia lottando contro chi ha fatto della politica l’unica arma per poter accaparrarsi la poltrona e dimostrando a tutti che una giovane donna definita “arrogante” possa essere, in un mondo così crudele, una di quelle poche persone NON RICATTABILE capace di conquistare la fiducia del popolo italiano.


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