Sigarettopoli: il nuovo scandalo dei Cinque Stelle ed il loro giustizialismo a delinquere
- Redazione
- 24 apr 2021
- Tempo di lettura: 2 min
di Nicola Schirru
Lo scandalo giudiziario che ha coinvolto il figlio di Beppe Grillo pare abbia già smascherato la retorica giustizialista del Movimento 5 Stelle; le vicende scomode e abilmente insabbiate, riconducibili a quell'area del Parlamento fiera di chi lanciò le monetine nel 1993, non sono assolutamente sottovalutabili.
Grazie al minuzioso lavoro di pochi giornalisti "liberi", ma braccati dalle querele, abbiamo scoperto il caso che vede come protagonisti "Philip Morris", la nota multinazionale del tabacco, e Davide Casaleggio, presidente della "Casaleggio Associati" nonché profilo di indiscusso rilievo all'interno del mondo pentastellato, il quale avrebbe incassato poco meno di 2 milioni di euro proprio da Philip Morris. Per ora nessun PM si è occupato di questa spinosa questione, generando il sospetto, ora più che mai legittimo, che l'amministrazione della giustizia italiana dell'ex ministro Bonafede sia stata funzionale anche alle casse del Movimento 5 Stelle, oltre a quelle dei boss mafiosi e dei loro parenti "ristorati" con reddito di cittadinanza, scarcerazioni scellerate, e vari altri sconti di pena.
Questo strano legame d'affari, che per garantismo non definisco "conflitto di interessi", tra Movimento 5 Stelle e Davide Casaleggio è inequivocabilmente documentato. I parlamentari grillini hanno di fatto favorito fiscalmente l'industria del tabacco bruciato (sigarette elettroniche), in particolare Philip Morris, attraverso una tassazione palesemente agevolata tramite la riduzione delle accise su determinati prodotti.
L' importo di tasse non versate allo Stato è compreso tra i 300 e i 500 milioni di euro; eppure i grillini hanno sempre abusato della retorica del "risparmio a tutti i costi" per promuovere, ad esempio, il tanto acclamato "taglio del numero dei parlamentari", o per giustificare la loro riluttanza verso qualsiasi opera pubblica.
Il Movimento 5 Stelle voleva tagliare gli sprechi della casta e spazzare via i corrotti, ma spesso si è concesso vizi tipici di quella che gli stessi politici grillini chiamano "vecchia politica". Nessun cittadino ha mai pensato di lanciare qualche monetina a Grillo e Casaleggio, prova del fatto che l'unica povertà ad essere stata abolita è proprio quella dei grillini, dei loro finanziatori, e di qualche "giornalista" travestito da parlamentare.
Diciamo che in tempi di forte crisi economica almeno le monetine potremmo conservarle per acquistare le sigarette; gli unici oggetti da poter indirizzare contro certi personaggi, che per garantismo non definisco "corrotti", rimangono i mozziconi delle Philip Morris.

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