di Matteo Malacrida
Un Uomo è tale se possiede delle radici. In queste, lui trova la forza di chi lo ha preceduto e la bellezza suprema di non essere un’isola, ma una catena: un anello rinsaldato da legami con quello che c’è stato, che c’è e che ci sarà sempre. E a dargli questa certezza non c’è soltanto la Comunità che lo circonda ma anche e soprattutto l’eternarsi di un rito.
Dalla radice sanscrita “ri-”, che contiene in sé l’azione dello scorrere avanti, procede la parola “ritis”, l’andamento. I popoli greco-romani, ereditando questa etimologia e unendola alla radice “rta-”, hanno sviluppato il concetto di “arithmόs”. Il numero, la misura. È “rito”, quindi, ciò che procede da sempre e per sempre in maniera ordinata. Che ha delle regole che non provengono da qualche improbabile convenzione ma da una Legge più alta e proveniente dall’Altrove.
Per eccellenza, il Rito dell’Uomo europeo è quello del Solstizio. In inverno, la notte più lunga dell’anno viene vegliata da chi guarda le stelle con la certezza che, presto o tardi, verranno sovrastate dalla potenza superiore del Sole. Invitto, per l’appunto: poiché supera le tenebre e restituisce alle genti libere la Luce, che è vita e promessa di rinnovamento.
Una delle più antiche leggende indoeuropee racconta che all’inizio dei tempi si scontrarono in una battaglia senza eguali l’esercito del Bene e quello del male. Nella notte, il trionfo dei guerrieri del male sbaragliò gli uomini liberi. I pochi sopravvissuti lasciarono il campo di battaglia e si dispersero. Da quel momento, in tutti gli angoli della Terra accendono ogni notte di Solstizio un grosso fuoco attorno cui radunare i migliori spiriti. E si preparano, anno dopo anno, alla rivincita contro l’esercito del male. Nei secoli, nei millenni, quegli uomini hanno tramandato il Rito a chi li ha seguiti. Sempre più persone hanno acceso sempre più fuochi in sempre più luoghi. Oggi bevono, cantano e festeggiano la lunga notte di dicembre che non fa paura. Perché a migliaia di anni di distanza, l’Uomo ha imparato che anche dopo la più oscura tenebra arriva la Luce.
Il Sole sorge sempre. E ci richiama ad un impegno supremo: rinnovare la nostra promessa di fedeltà – a una terra, a una Comunità, a un’Idea – e prepararci per la battaglia finale. Che trascende spazi, luoghi e tempi. E diventa, prima di tutto, una battaglia con noi stessi.
Mantenerci puri. Cadere e rialzarci. Affrontare ogni mattina la Grande Guerra Santa dello Spirito.
Rinnovatevi col Sole, e con ogni Sole rinnovatevi.
Buon Solstizio d’Inverno.
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