di Nicola Demirev
Il peggiore peccato che si possa commettere, in qualsiasi tempo, è l’invidia, sentimento silenzioso e rodente che si nutre contro chi ha più fortuna o più capacità, sia pure l’amico più fidato o il proprio fratello. Tale sentimento emerge e si manifesta anche in politica, soprattutto in tempo di elezioni, quando i candidati, anche quelli meno candidi, badano ai sondaggi e non ai problemi da risolvere, badano al consenso popolare e al vantaggio che esso può loro procurare. È il caso del momento, da quando il presidente del Consiglio ha rassegnato le dimissioni, fornendo l’occasione di restituire la parola agli Italiani. Salvini fa come il re-tentenna, preoccupato del consenso di Giorgia Meloni. E Berlusconi, col suo centro, fa come l’asino di Buridano, non decide da che parte stare.
Insomma, se il centro-sinistra è in subbuglio, il centro-destra neanche viaggia nel “mare della tranquillità”.
Si sentono schiacciati dall’approvazione popolare che riscuote Fratelli d’Italia, ma non pensano che possa derivare dalla chiarezza e dalla coerenza di Giorgia Meloni, dalla sua caparbietà nel difendere a spada tratta le nostre radici cristiane, la famiglia, le nostre tradizioni, la nostra cultura e la sovranità nazionale. La leader di FdI non ignora i diritti umani e civili, come tutte le “anime belle” affermano, ma si sa che ogni diritto deriva da un dovere, un dovere compiuto volontariamente, non imposto. Chi non lavora non ha diritto ad essere retribuito, salvi i casi in cui si è nell’impossibilità di lavorare. E lo straniero che delinque, che non rispetta le regole del Paese ospitante, che rifiuta in tutti i modi di integrarsi, non può ottenere la cittadinanza, perché questa è un punto d’arrivo dell’integrazione, non il punto di partenza. Insomma, la cittadinanza è un premio, non un diritto.
Per tante ragioni, Giorgia gode del favore del popolo.
La concreta possibilità che alle prossime elezioni vinca il centro-destra mette in agitazione pentastellati, sostenitori del PD, ex sardine e progressisti di tutte le risme. E, per infangare l’avversario politico, le inventano tutte: riesumano la possibilità di rinascita del Fascismo, un “pericolo” che è di fatto inesistente, fanno risorgere l’antifascismo che non ha ragione di esistere, perché non hanno altri argomenti, e insinuano ritorsioni internazionali.
Ancora, se le percentuali dei sondaggi politici dovessero essere confermate alle prossime elezioni, Fratelli d’Italia risulterebbe primo partito in Italia, ma soprattutto primo partito del Centro-destra, causando malumori anche negli stessi “alleati”.
Dobbiamo parlare di complotto?
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